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Sci di fondo, l’Italia femminile cerca una luce nel firmamento che sia qualcosa in più di una meteora
L’Italia femminile dello sci di fondo avvicina la stagione dei Giochi olimpici di Milano Cortina 2026 con la prospettiva di recitare un ruolo da comparsa, issandosi occasionalmente a parti da comprimaria. Accadesse qualcosa di differente, sarebbe una gradita sorpresa, ma la situazione è ormai la medesima da tre lustri.
L’ultimo podio azzurro in una competizione di primo livello risale al 20 marzo 2011, quando Arianna Follis realizzò il miglior tempo relativo all’inseguimento delle finali di Falun. Fu un successo ‘virtuale’, ma legittimo. Se invece si vuole risalire all’ultimo podio concreto, bisogna tornare indietro di soli 8 giorni. La firma è la stessa, quella di Follis, terza nello skiathlon di Lahti.
Siamo arrivati a 472 gare consecutive di primo livello (Giochi olimpici, Mondiali e Coppa del Mondo) senza che il tricolore abbia sventolato nelle prime tre posizioni. Per la verità, è ormai raro trovarlo finanche nella top-ten. Quando avrà fine questa sequenza? Quando una fondista italiana sarà in grado di chiudere sul piedistallo più ambito, facendo breccia nel gotha della disciplina seppur per un solo giorno?
“And you, you will be queen. Though nothing will drive them away, we can be Heroes, just for one day” cantava David Bowie in uno dei suoi capolavori. Chi sarà l’eroina capace di interrompere una serie negativa senza precedenti e della quale non si vede la fine? Diciamo che dal 2011 in poi sono sorte tante speranze, ma nessuna di esse si è dimostrata una vera stella. Meteore avvistate all’orizzonte del firmamento e per questo da qualcuno scambiate per una falsa alba, ma in realtà svanite nel tempo di un “amen”.
Prima o poi ritornerà anche un astro azzurro nel cielo femminile. Non si pretende di venire abbagliati dalla magnitudine di Stefania Belmondo e Manuela Di Centa. Al momento non si chiede neppure la luminosità di Gabriella Paruzzi, Arianna Follis o Marianna Longa. Basterebbe avvistare un bagliore che sappia brillare di luce propria, che sia qualcosa in più di una semplice ed estemporanea scia luminosa.
Le nate negli anni ’80, in tal senso, sono ormai superate. Le venute al mondo negli anni ’90 stanno per passare. Si guarda alle ragazze giunte su questa Terra dal 2000 in poi. Scopriremo se qualcuna di esse avrà i crismi per attirare l’attenzione degli astronomi, i quali continuano a scrutare la volta celeste, augurandosi che essa possa tornare ad assumere tinte leggermente più vigorose. Azzurre, appunto.
