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Superbike, Bulega risponde agli odiatori: “Non abbiamo bisogno di Ultras, Razgatlioglu non è come voi”
Malgrado la soddisfazione di aver terminato il Mondiale 2025 cercando in tutti i modi di mettere pressione al diretto rivale Toprak Razgatlioglu, Nicolò Bulega deve adesso fronteggiare un’altra gara: quella cotro gli haters. Il ducatista, piazzatosi secondo in Superbike cedendo il passo al turco, si trova in questo momento travolto da una vera e propria shitstorm, scaturita a causa del suo comportamento avvenuto nel corso della Superpole Race al GP di Spagna, ultimo appuntamento del calendario andato in scena sul circuito di Jerez De La Frontera.
Riavvolgiamo il nastro. In occasione della gara corta, Bulega – in quel momento ancora in corsa per strappare il titolo a Toprak, malgrado una possibilità ridotta al lumicino – si è reso artefice di una entrata molto irruenta sull’avversario in forza alla BMW (e pronto a passare in MotoGP a partire dal 2026), provocando così la caduta nelle prime battute della prova. Un imprevisto che ha letteralmente fatto calare il gelo sul tracciato iberico fino all’arrivo al parco chiuso, dove Nicolò, che aveva appena tagliato il traguardo per primo, è stato ricoperto dai fischi provenienti dai tanti supporter del pilota turco.
La situazione è peggiorata quando, nell’intervista di rito curata proprio dalla SBK, il centauro italiano ha commentato telegraficamente la prova, non accennando neanche una frase di scuse davanti alle telecamere, probabilmente perché infastidito dal clima da stadio creatosi. A mente lucida, l’emiliano si è affidato ai social per trasmettere in un lunghissimo post tutta la sua frustrazione per quanto successo, dicendosi amareggiato per il trattamento ricevuto e spiegando nel dettaglio le dinamiche dal suo punto di vista:
“Ciao a tutti, dopo quanto accaduto in questo weekend, credo sia giusto raccontare la verità dei fatti, senza filtri e senza interpretazioni – ha detto Bulega – Ci tengo molto, per me, per il mio team, per la Superbike. Ho letto e sentito tante cose non vere riguardato al contatto tra me e Toprak nella Superpole Race. La prima, e forse la più grave, è che l’avrei fatto apposta. Niente di più falso. Chi mi conosce sa che il mio punto forte è sempre stato la percorrenza in curva e la correttezza verso gli avversari. Dopo un’intera stagione fatta di sorpassi e controsorpassi al limite, da entrambe le parti, un errore può capitare. Forse se fosse capitato in un altro weekend non avrebbe fatto tutto questo scalpore. Un errore che, vorrei sottolinearlo, è stato sanzionato con un long lap che ho scontato. In sostanza, un incidente di gara come ne succedono tantissimi durante la stagione”.
Il centauro ha quindi proseguito: “La cosa importante che mi preme precisare, però, è che non sia stata una manovra intenzionale, e mi dispiace che da fuori sia sembrato il contrario. La seconda cosa che ho letto è che non avrei chiesto scusa. Anche questo non è vero. L’ho fatto subito, nella prima intervista con TNT, non avevo altro modo per farlo e ho colto la prima opportunità che mi è stata concessa. Inoltre, chi mi ha visto in quei momenti sa bene che non ero affatto felice di aver vinto sapendo che Toprak era caduto. Dopo il podio ho anche chiesto di parlargli direttamente per chiarire, ma comprensibilmente ha preferito rimandare il confronto a dopo Gara-2. C’è però un errore che riconosco: aver reagito alle provocazioni di alcuni tifosi turchi nel paddock. Mentre mi insultavano, ho risposto con un pollice alzato. Ma, detto questo, credo che la loro reazione sia stata fuori misura”.
Prosegue Bulega: “Stiamo correndo in moto, lottando per un Mondiale, dando tutto ogni singolo weekend. Gli insulti personali e le minacce verso me, la mia ragazza, la mia famiglia e il mio team non hanno nulla a che vedere con lo sport. Non rappresentano lo spirito della Superbike, dove c’è sempre stato rispetto reciproco, anche nei momenti più tesi. Essere scortato dalla polizia per tutto il giorno non è stata una bella esperienza, né per me né per chi mi era vicino. Però ci tengo a dirlo chiaramente: Toprak non è così. È un pilota tosto, un avversario leale e molti dei suoi fan dovrebbero prendere esempio da lui. A fine Gara 2 ci siamo parlati, mentre eravamo ancora in moto, con i caschi e con l’adrenalina per la corsa. Nessun rancore, come succede tra piloti. In Superbike, e anche in MotoGP, c’è ancora un ambiente sano. Non abbiamo bisogno di ultras, ma solo di persone che amano questo sport per quello che è: coraggio, rispetto e competizione vera. Grazie a chi mi ha scritto e sostenuto in questi giorni. Ci vediamo in pista“.
Tante le parole di conforto arrivate, tra cui anche quella di Kenan Sofuoglu, manager e mentore di Razgatlioglu, il quale ha espresso grande solidarietà a Bulega, scusandosi per la reazione dei fa e augurandogli buona fortuna per il futuro.
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