Atletica
Massimo Magnani: “Aouani punta a grandi tempi nel 2026. Per 5000 e 10000 metri serve un progetto federale”
Massimo Magnani è stato ospite dell’ultima puntata di Sprint Zone, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, e si è soffermato sul rendimento dei propri atleti ai Mondiali di atletica, tra cui spicca Iliass Aouani, capace di conquistare la medaglia di bronzo nella maratona: “Sono stato a Tokyo, ho seguito le gare dei Mondiali e in particolare dei ragazzi che alleno. Sono andato come Massimo Magnani, ma non facevo parte della spedizione federale. Non potevo lasciare soli i ragazzi che avevo seguito: ho potuto farlo con l’accredito di World Athletics, sono felice di fare parte della famiglia della Federazione Internazionale. La medaglia di Aouani è stata importante, lo ripaga di una serie di investimenti che ha fatto su se stesso, di investimenti che abbiamo fatto per arrivare al livello altissimo di Tokyo. Non è un punto di arrivo, ma di partenza. Iliass è una persona graditissima a tutti, perché ha gambe resistenti e rapide e altrettanta capacità di dire le cose quando ha un microfono in mano, non dice mai banalità. Aveva bisogno di una consacrazione a un certo livello e Tokyo è stata l’occasione per poterlo fare“.
L’allenatore ha poi proseguito, parlando sempre del maratoneta: “La nuova storia di Aouani è nata quando è ricominciata la nostra collaborazione, una collaborazione partita nel 2021 e che aveva visto un certo tipo di progettualità che si era conclusa proprio per l’interruzione della collaborazione. Il ripristinarsi della collaborazione ha portato a una nuova progettualità, la ripresa non è stata una minestra riscaldata: viste le capacità che gli ho sempre riconosciuto, di cui non era pienamente consapevole, ci aveva portato a mettere giù come primo step le Olimpiadi di Los Angeles 2028 e doveva incominciare un percorso che dovesse portarlo ai vertici internazionali. Dopo l’esperienza di Valencia abbiamo capito che si potevano fare cose importanti e nel 2025 ci siamo prefissi due obiettivi significativi che erano gli Europei su strada e i Mondiali di Tokyo. Gli obiettivi erano le medaglie, ce lo dicemmo nel dicembre 2024. Il 2026 sarà l’anno delle prestazioni cronometriche, il 2027 sarà l’anno del consolidamento della capacità di correre a grandissimi livelli e il 2028 sarà l’anno in cui andare alla ricerca del grande risultato a Los Angeles“.
Restano da definire i prossimi step con il milanese: “Dobbiamo fare una riunione di programmazione vera e propria, dobbiamo sederci al tavolino con Iliass e Marcello Magnani (suo manager e mio figlio) e con le altre persone del gruppo per mettere a fuoco gli obiettivi del prossimo anno. Iliass ha una serie di obiettivi da raggiungere e aziende che gli chiedono di partecipare, dunque dobbiamo conciliare varie esigenze, senza trascurare l’impegno con la Federazione. Vero che andrà alla ricerca di prestazioni cronometriche, ma gli Europei di Birmingham saranno un obiettivo da raggiungere, molto più facilmente sui 10.000 metri. Nell’ambito del miglioramento delle prestazioni cronometriche ci sono anche mezza maratona e 10.000, non solo la maratona. Per il cross abbiamo comunicato che non farà gli Europei di corsa campestre, non abbiamo ancora ripreso la preparazione e il post maratona è stato più difficile della maratona stessa“.
Un passaggio anche su Federica Del Buono: “La stagione di Federica Del Buono non è stata pari alle aspettative, in qualche modo conseguente a un 2024 dove aveva iniziato ad assaporare le distanze più lunghe e in cui le veniva tutto facile vista la novità. Quest’anno andavano consolidate alcune cose e non si è riusciti, ci si è messa in mezza un’influenza che ha avuto conseguenze sulla prima parte di stagione. Mi conforta il fatto che dal punto di vista gestionale la migliore gara dell’anno sia stata fatta ai Mondiali, è rimasta lucidamente in testa alla gara, ma si è persa negli ultimi 600 metri perché in questo contesto non era mai stata abituata a restare davanti. Sono fiducioso per il 2026, perché quest’anno è stato di insegnamento: pur nei risultati non brillantissimi ha presa coscienza di quello che può fare. Punterà ai 5.000 e ai 10.000 metri, nel 2024 è stata quarta agli Europei e l’obiettivo ambizioso è di fare meglio nella prossima edizione. È una ragazza nata per correre, ha un talento come pochi se ne sono visti, fare distanze èiù lunghe dipende dalla sua stabilità emotiva, cioè convivere per un lungo periodo con un certo tipo di disagio”.
Altre due allieve di Massimo Magnani hanno gareggiato nella capitale giapponese: “Rebecca Lonedo è arrivata nelle prime venti in una maratona difficilissima, condizionata da un contesto molto complicato, si è gestita bene teme il caldo, per lei era la terza maratona della sua vita e ha davanti molte possibilità di migliorarsi. Elisa Palmero è stata brava, ha trovato una gara difficile per le sue caratteristiche, avrebbe voluto fare di più: ha corso bene i primi chilometri, ma è stata meno abile nel gestire dopo la seconda accelerazione, deve migliorare la sua capacità di gestire le tensioni muscolari. Con Elisa stiamo ragionando su un possibile percorso di allungamento delle distanze, l’obiettivo è quello di correre la maratona alle Olimpiadi di Los Angeles 2028: siamo di fronte a una maratoneta che può correre a livelli mondiali“.
L’Italia era assente ai Mondiali nelle gare maschili di 5.000 e 10.000 metri: “Per avere atleti che corrono forte serve una progettualità centrale, vuol dire che la Federazione deve avere degli obiettivi, creando un substrato per cui certi atleti possono evolversi. Sui 10.000 metri ci sono poche gare nel mondo, si sono poche motivazioni e stimoli per correrli. Lo standard era a 27′, si è andati a ripescare gente con 27’30”. Per quanto riguarda l’Italia, senza polemizzare, non c’è una progettualità nel favorire il passaggio a queste distanze, se non i Campionati Italiani. Io con Iliass vorrei perseguire questa strada il prossimo anno e mi organizzerò su un calendario internazionale. Questa è una ragione, poi servono atleti di qualità, ma se non sono incentivati si perdono”.
Un passaggio su Yeman Crippa e sulla caratura di Nadia Battocletti: “Crippa ha fatto cose straordinarie in carriera, ha preso la scelta di fare la strada, ha conseguito risultati buoni come il record italiano. Forse si è pensato a un atleta che veniva dai 10.000 con velocità, ma la maratona richiede un serbatoio e se non lo hai si minano anche certezze mentali. Nel passaggio alla maratona potrebbe non avere colmato le necessità di un maratoneta per esprimersi a livelli alti. Battocletti ha una progettualità di marca Battocletti e non federale, suo papà ha le idee chiare sul percorso da fare“.
