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Wladimir Belli: “Pellizzari capitano ai Mondiali? Lo meriterebbe. Almeida può guadagnare su Vingegaard a cronometro”
Giulio Pellizzari ha conquistato la sua prima vittoria da professionista e molti si chiedono se possa essere la vera svolta della sua carriera. Il giovane talento della Red Bull-Bora Hansgrohe, al suo primo anno tra i professionisti, ha già mostrato continuità con un sesto posto al Giro d’Italia da gregario e ora sta lottando per un posto tra i primi cinque e per la maglia bianca alla Vuelta a España 2025, sempre al servizio della squadra. Con Wladimir Belli, ex ciclista professionista e oggi voce tecnica di Eurosport Italia, abbiamo fatto il punto sul momento d’oro di Pellizzari, sul futuro di Tiberi e Ciccone, sulla cronometro di Valladolid di oggi e sul Mondiale in Ruanda.
Oggi è arrivata finalmente la consacrazione per Giulio Pellizzari: è la svolta della sua carriera?
“Bisogna stare tranquilli. La vittoria di oggi (ieri, ndr) è molto importante e soprattutto meritata: Giulio è stato bravo dal punto di vista tattico, si è mosso con intelligenza, ha gestito bene le situazioni e alla fine ha colto un successo netto. È chiaro che un risultato così può rappresentare una svolta, soprattutto dal punto di vista mentale: quando un giovane si sblocca e trova la vittoria, cresce in autostima e in consapevolezza. Però servirà anche calma: Pellizzari è un grande corridore, ma ora dovrà essere bravo a gestire la pressione che inevitabilmente arriverà. Intanto godiamoci questa vittoria, che rimane una tappa fondamentale per la sua carriera”.
6° al Giro (da gregario), in lotta per il 5° posto e la maglia bianca alla Vuelta (anche in questo caso da gregario). Pensi che la Red Bull lo promuoverà capitano per il 2026 o comunque darà priorità a Lipowitz ed Evenepoel?
“Il team conosce bene le potenzialità di Pellizzari. In realtà inizialmente il suo programma prevedeva solo la Vuelta, proprio per non caricargli troppe pressioni, ma poi Roglic lo ha voluto al suo fianco anche al Giro. Questo ha cambiato le carte in tavola e Giulio si è fatto trovare pronto, migliorando tanto sotto ogni aspetto: resistenza, gestione delle corse a tappe, capacità di restare lucido nei momenti decisivi. Con due piazzamenti di questo livello – e salvo imprevisti nelle ultime tappe – è inevitabile che nel 2026 si prenda lo spazio che si merita. È chiaro che Evenepoel resterà un riferimento assoluto, ma rispetto a Lipowitz io non vedo Pellizzari inferiore. Se continuerà a crescere così, al Giro d’Italia il prossimo anno potrà puntare al podio”.
Adesso bisogna capire a che punto sia Pellizzari a cronometro: cosa ti aspetti nella prova di Valladolid, che è completamente piatta?
“La cronometro non è un punto debole per lui. Non è uno specialista puro, ma nemmeno un corridore che perde minuti. In una prova piatta come quella di Valladolid di domani conteranno soprattutto le energie residue e la capacità di recupero, visto che siamo già molto avanti nella Vuelta. Giulio sa difendersi bene a cronometro, quindi mi aspetto che possa limitare i distacchi rispetto agli altri uomini di classifica. Non dico che guadagnerà terreno, ma sicuramente potrà restare in corsa per il piazzamento in top5”.
Questa Vuelta ha invece ridimensionato le ambizioni di carriera di Antonio Tiberi?
“Non parlerei di ridimensionamento, ma di una stagione complicata. Tiberi non ha avuto grande fortuna quest’anno, tra cadute, problemi e giornate difficili. È chiaro però che, mentre Pellizzari sta crescendo molto e ha trovato la sua dimensione, Antonio resta ancora un punto di domanda nei Grandi Giri. Ha talento, ma deve riuscire a esprimerlo con continuità”.
Giulio Ciccone era in formissima all’inizio della Vuelta, poi è andato in calando, anche a causa di un problema fisico. Le ambizioni per il Mondiale sono compromesse?
“Ciccone non sta finendo la Vuelta in crescendo e questo è un peccato, perché era partito davvero bene. Probabilmente c’è stato un calo fisico dovuto a qualche acciacco, ma potrebbe anche essere stata una scelta per alleggerire un po’ il carico in vista del Mondiale. Il percorso iridato non è semplice, servirà recuperare bene dopo la Vuelta e capire se riuscirà a ritrovare la condizione giusta. Le possibilità restano, ma dipenderà molto dalle prossime settimane”.
Secondo te Pellizzari meriterebbe di giocarsi le proprie carte da capitano al Mondiale?
“Sì, perché è un ragazzo giovane che sta dimostrando tanto. Sarebbe un premio meritato per lui, un riconoscimento al percorso che ha fatto quest’anno. Non credo debba partire con l’obiettivo dichiarato di vincere, ma con la libertà di provarci e mettersi in mostra. Sarebbe una grande esperienza e, perché no, se ci fosse l’occasione potrebbe anche sorprendere. Più che un traguardo da inseguire a tutti i costi, lo vedrei come un premio e un’occasione di crescita”.
In una cronometro così piatta come quella di Valladolid, chi pensi che guadagnerà tra Vingegaard ed Almeida? E che distacchi ti aspetti?
“Per quello che abbiamo visto, Almeida domani potrebbe recuperare parecchio. Vingegaard non mi sembra brillante come in altre occasioni, mentre Almeida ha una condizione più solida e nelle prove contro il tempo sa esprimersi meglio. Non mi aspetto distacchi enormi, ma abbastanza per pensare a un ribaltone in classifica generale. La sensazione è che la cronometro di Valladolid possa cambiare le gerarchie per i primi posti”.
Filippo Ganna si è visto poco finora. Pensi che dominerà la cronometro? E chi può impensierirlo?
“Ganna è senza dubbio il grande favorito. Domani (oggi, ndr) sarà un test molto importante per lui. Non credo avrà veri rivali: se trova la sua giornata e spinge al massimo, nessuno potrà impensierirlo”.
Pensando al Mondiale in Ruanda, proviamo ad ipotizzare una griglia di partenza: Pogacar in pole, Evenepoel secondo favorito, in seconda fila Del Toro e Pidcock. Che ne pensi? E chi altri va considerato?
“Direi che Pogacar è senza dubbio il grande favorito. L’unico punto interrogativo è il fatto che abbia deciso di correre anche il Mondiale a cronometro: potrebbe togliergli qualcosa, ma conoscendo Tadej, se ha fatto questa scelta è perché si sente pronto. Ai grandi appuntamenti si è sempre presentato nella miglior condizione possibile e credo che anche questa volta sarà così. Evenepoel resta il principale antagonista, mentre Del Toro e Pidcock sono outsider interessanti che possono fare molto bene. Al momento questi sono i nomi più forti per la prova iridata. Gli altri dovranno sperare in un’occasione, ma la sensazione è che la corsa sarà soprattutto affare tra Pogacar ed Evenepoel”.
