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Pallavolo

Simone Giannelli, due Mondiali vinti da capitano e mani di fata da clonare: “Abbiamo fatto la storia, dedicata a Lavia”

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Simone Giannelli
Giannelli / Lapresse

Simone Giannelli ha vinto due Mondiali da capitano: è un’impresa riservata a pochissimi eletti della pallavolo internazionale, un numero che sa già di storia e che consacra per l’eternità il formidabile 29enne, entrato di diritto nell’empireo dei grandissimi del volley, non soltanto alle nostre latitudini. Poter alzare al cielo il prestigioso trofeo da leader di una Nazionale, tra l’altro per due volte consecutive, ti incorona per sempre a punto di riferimento, a modello da emulare, a talento di cui seguire le orme.

Il CT Fefé De Giorgi lo ha investito di questa responsabilità e nel giro di tre anni il regista ha saputo guidare brillantemente il gruppo con delle eccellenti prestazioni in campo e un carisma distintivo anche al di fuori del rettangolo di gioco. Prima l’apoteosi di Katowice nel 2022 (preceduta dal trionfo agli Europei), poi la difficilissima conferma a Manila, dove gli azzurri non partivano in pole position ma hanno saputo confermarsi sul trono travolgendo la favoritissima Polonia in semifinale e poi regolando la rivelazione Bulgaria.

All’alba delle trenta primavere, Simone Giannelli si è consacrato ancora di più: alle Olimpiadi di Rio 2016 era un ragazzino appena reduce dal suo primo scudetto con Trento e spedito nella mischia per guidare veterani come Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena nel momento di massimo splendore, ora è un atleta di fama internazionale con un palmares da urlo sia con i club (tre scudetti tra Trento e Perugia, una Champions League con i Block Devils pochi mesi fa) che con la Nazionale (per l’oro olimpico ci si penserà a Los Angeles 2028).

Tre anni fa era stato premiato come MVP dei Mondiali, oggi come miglior palleggiatore. Sul podio ha indossato la maglia di Daniele Lavia, assente per infortunio, e poi ha dedicato la vittoria proprio allo schiacciatore attraverso i microfoni della Rai: “Faccio fatica a parlare e per il dispiacere di non avere Lavia qui: è un grande amico, so quanto fosse dispiaciuto e quanto ci tenesse, per sfortuna non era qui ma so che è sempre stato attaccato a noi, me lo sono portata nel cuore. Lo ringrazio per essere stato vicino e sono orgoglioso di vestire la sua maglia qui. Ti voglio bene. Prendo l’occasione per salutare Sanguinetti, che è stato con noi fino alla fine“.

Il regista ha poi proseguito:Ci sono tante cose che mi porto dentro e che magari non faccio vedere: è stata un’estate difficile, ma siamo Campioni del Mondo e va via tutto. Penso che abbiamo scritto la storia, abbiamo fatto la storia. Non siamo gente che molla, abbiamo fatto vedere la voglia di rappresentare il nostro Paese: sono immensamente orgoglioso della vittoria e del come l’abbiamo ottenuta, che per me era importante più di vincere“.

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