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Wushu, le categorie di peso e tutti gli italiani qualificati per i World Games

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Wushu
Wushu / Flickr The World Games

Tra le arti marziali cinesi di maggiore diffusione, il wushu in quanto tale è qualcosa che, come sport, nasce sotto l’impulso del Partito Comunista Cinese nello scorso secolo. L’importanza di questa discipline, che contiene elementi di shaolin, tai chi e wudangquan, nel Paese d’origine è stata tale che fino agli Anni ’90 c’era una forte componente statale nella sua diffusione. Poi le cose sono cambiate perché, in un certo senso, anche la Cina ha dovuto modificare una parte del suo approccio verso il mondo.

Del wushu esiste una varietà di stili, che si riconducono alle due varietà principali: taolu e sanda, che vedremo in questa edizione dei World Games. Senza scendere troppo nei dettagli, anche perché la famiglia del wushu è di una vastità difficile da riassumere in poche righe, ricordiamo solo quello che c’è in questa rassegna.

Nel taolu vedremo due stili a mani nude, il Changquan, il più diffuso in Cina, e il Nanquan, che nasce dalle regioni del Sud del Paese. Sono diversi perché l’uno fa affidamento su gesti ampi e movimenti agili, l’altro ha una connotazione di maggior velocità (non per caso: pugni al Sud, calci al Nord; Nanquan Beitui). Con le armi corte ci sono il Daoshu (si usa il dao, cioè la sciabola, con i movimenti del Changquan), il Jianshu (idem, ma con il jian, spada), il Nandao (basato sulle cosiddette spade farfalla, dette anche sciabole del sud) e il Taijijian (spada con metodi del tai chi jian).

Con le armi lunghe, invece, ci sono il Gunshu (dal gun, un lungo bastone considerato “il padre di tutte le armi”), il Qiangshu, dove qiang è il cinese per lancia), il Nangun, che deriva nei fatti dal Nanquan, e il Taijiquan, che è un altro modo di riferirsi al tai chi, per sommi capi.

Per quanto riguarda il sanda, invece, si tratta della vera e propria forma di kickboxing full contact ufficiale cinese. Ha suoi distinti campionati mondiali, di cui un’edizione si è tenuta al Palaeur di Roma nel 1997 (prima della ristrutturazione) e si suddivide in svariate categorie di peso; ha preso qualcosa da una larga fetta di arti marziali cinesi, ed oggi sono permessi pugni, calci e proiezioni a terra (anche per mandare l’avversario fuori dal tappeto), ma non colpi con gomiti e ginocchia. Vietati anche strangolamenti e leve articolari.

Partiamo dal sanda per descrivere cosa ci sarà ai World Games. Le categorie di peso sono per le donne 52 kg, 60 kg e 70 kg, per gli uomini 56 kg, 70 kg e 85 kg. Nei 52 kg vi è la rappresentante italiana Elisabetta Sirto, 24 anni, già studentessa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, che ha sfruttato la wild card data alla FIWuK (Federazione Italiana Wushu Kung Fu) per poter partecipare. Dalla parte del taolu ci sono invece Lara Cossa nel Nanquan-Nandao combinato femminile, e possiede già tre titoli europei, e Dario Stelluti nel Nanquan-Nangun combinato maschile. Altre specialità sono, sia per gli uomini che per le donne, il Taijiquan-Taijijian combinato. Gli uomini, inoltre, affrontano il Changquan-Daoshu-Gunshu combinato, le donne il Changquan-Jianshu-Qiangshu combinato.

Capitolo storico: l’Italia ha avuto una medaglia d’argento nel Jianshu-Qiangshu da Alfonso Barbarisi nel 2022, ed è stata l’unica volta di un podio tricolore nelle tre precedenti presenze del wushu ai World Games. In questa edizione le finali in quota taolu andranno in scena venerdì 8 e sabato 9; si tratterà di routine da non meno di 1’20”, con 3-4′ per Taijiquan-Taijijian. Tre giudici a decidere. In quota sanda, invece, i tornei vanno avanti dal 10 al 12 agosto.

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