Tennis
Roberto Baustista Agut bacchetta la Spagna: “Dobbiamo investire e seguire l’esempio dell’Italia”
Una critica costruttiva. Per diverso tempo la Spagna è stata un punto di riferimento assoluto nel tennis. Oltre alla straordinaria eccellenza rappresentata da Rafa Nadal, il gruppo iberico è stato ricco di tennisti che potessero comporre un roster fortissimo nel suo insieme. Da questo punto di vista, in territorio iberico sono stati “fortunati” a ritrovarsi con l’uscita di scena di Rafa un tennista eccezionale come Carlos Alcaraz.
Tuttavia, oltre la funambolo di Murcia, non c’è la medesima qualità degli anni passati. A sottolinearlo in un’intervista concessa ad AS è stato l’esperto tennista giocatore, Roberto Bautista Agut. Il 37enne nativo di Benlloch è stato molto chiaro.
“Ricordo di essere stato n.13 o 14 del mondo ed essere il sesto spagnolo in classifica! Purtroppo non lo vedremo ora. Ci saranno ancora tennisti spagnoli, perché in Spagna c’è un’ottima base educativa e tennistica e molta cultura in questo senso. E sicuramente avremo ottimi tennisti, ma forse in numero minore. Perché? Come ogni cosa nella vita, credo ci siano cicli, ma anche che il tennis spagnolo abbia bisogno di investimenti, di struttura. Stiamo vedendo come in altri Paesi, dove si investe molto nella struttura e nel tennis, i risultati siano palpabili, come nel caso dell’Italia“, ha affermato l’iberico.
“Dobbiamo continuare a investire e seguire l’esempio di altre realtà che stanno andando molto bene e che stanno producendo molti tennisti. In Spagna esistevano circuiti che non esistevano in nessun’altra parte del mondo, e questo permetteva ai tennisti di uscire, competere molto e disputare molti tornei per migliorare il loro livello. Credo che questo sia ora molto più diffuso in tutto il mondo, e i Paesi che hanno, ad esempio, molti Challenger, come l’Italia, lo stanno vedendo nel numero di giocatori che hanno nella top-100“, ha concluso Bautista Agut.
