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Pietro Arese: “Se Doualla va più forte delle altre, perché non portarla ai Mondiali? Infortunio superato: nella finale ci credo”
Bronzo agli Europei in casa a Roma, finale olimpica a Parigi con il record italiano. Un 2024 da sogno per Pietro Arese nei suoi 1500 metri. Il mezzofondista azzurro, classe 1999, vuole confermarsi anche in questa stagione nonostante un inizio travagliato. L’obiettivo ovviamente i Mondiali di atletica a Tokyo di settembre. Le sue parole nella consueta rubrica di OA Sport TV Sprint Zone.
Il problema ad inizio anno: “Mi ha tenuto fermo da dicembre, ma come avevo detto pensavo fosse una tendinopatia semplice, cosa molto comune tra noi corridori. Poi facendo ulteriori accertamenti visto che i fastidi non passavano, siamo giunti ad un problema più articolato. Le cure ufficiali per questo infortunio, che abbiamo scoperto in ritardo rispetto alla comparsa del dolore, sono iniziate a fine febbraio, quindi si sono aggiunti altri due mesi di stop, che però sono stati produttivi. Avendo individuato la causa effettiva del problema, siamo riusciti a lavorarci sopra e da inizio marzo in poi siamo riusciti a risolvere”.
Le sensazioni di questo momento: “Il problema è risolto ormai da un paio di mesi, nel senso che ho iniziato a gareggiare quando i dolori erano già svaniti. Le sollecitazioni di una gara sono sempre molto importanti, se non si è al 100% si rischia di sovraccaricare il proprio corpo. Da inizio giugno ero in grado di sostenere i carichi. Ad inizio giugno sono andato più piano di Nadia Battocletti sui 5000 visto che la forma era lontana dalla migliore. Ma questo mi ha aiutato a recuperare la via del gareggiare nel modo competitivo”.
Ai Campionati italiani: “È arrivato il titolo nei 5000 metri ed il secondo posto nei 1500m super apprezzato alle spalle di un Federico Riva che sta correndo fortissimo”.
Gli obiettivi per i Mondiali: “Se avessimo fatto questa intervista prima dei Campionati Italiani, non sarei riuscito a dare una risposta chiara. Mi sono tornate delle sensazioni molto paragonabili a quelle dell’anno scorso. Non è impensabile pensare di fare di nuovo la finale. È vero che il mondo sta correndo forte, ma è vero anche che molti atleti in queste gare hanno fatto cilecca. Io invece mi sono sempre presentato da sfavorito e ho questa dote di riuscire a fare meglio di quello che valgo”.
La sfida con Federico Riva: “Sicuramente sarà in grado di fare bene nel grande evento”.
Da qui ai Mondiali: “Adesso siamo in quota in Engadina. Un lungo periodo di allenamento, saremo qui fino a fine agosto. Poi faremo un 800m o un 1000m per testare la velocità, in un Meeting ancora non delineato, poi partiremo per il Giappone”.
Su Doualla ai Mondiali in staffetta: “Per come la penso io, indipendentemente dall’atletica, è ragionare a lungo termine. Portarla ai Mondiali le dà prospettiva di crescita? Se la risposta è sì, allora è giusto portarla. Se la risposta è no, allora non la si porta. Questo discorso va fatto con il tecnico di riferimento, con lei stessa. Di base non è sbagliato, se va più forte delle altre perché non bisogna portarla?”.
