Nuoto
Pagelle Mondiali nuoto 2025: edizione da dimenticare per Razzetti, Burdisso impotente, cuore Pilato
La Nazionale italiana di nuoto ha concluso il proprio percorso con 1 oro, 4 argenti e 2 bronzi nei Mondiali 2025 di nuoto tra le corsie a Singapore. Compagine del Bel Paese che ha siglato 2 record europei, 10 record italiani assoluti, 3 primati nazionali juniores e altrettanti cadetti, nonché 18 primati personali. Il computo delle finali raggiunte è da record, pari a 25, di cui 18 individuali e 7 con le staffette.
Di seguito le valutazioni rispetto all’ultima giornata di gare alla World Aquatics Championships Arena:
PAGELLE MONDIALI 2025
Benedetta Pilato (8.5) – Presentatasi a questo appuntamento senza troppe aspettative e reduce da una stagione a dir poco travagliata, Benny ha dato dimostrazione prima di tutto a se stessa del proprio valore. Il bronzo di oggi nei 50 rana le può regalare quella tranquillità di cui ha bisogno, tornando ad avere quella consapevolezza fondamentale per competere ai massimi livelli. Sul podio in questa specialità per la quinta edizione consecutiva della rassegna iridata, un dato che la dice lunga sulle qualità della pugliese.
Thomas Ceccon (7.5) – Ha aperto alla grande la staffetta 4×100 mista maschile, con un crono da 51.80 che gli avrebbe regalato l’oro nella prova individuale. Un riscontro che alimenta amarezza sia per quello che sarebbe potuto accadere nella finale dei 100 dorso e anche in questa prova a squadre, considerando il quarto posto conclusivo.
Nicolò Martinenghi (5.5) – Si temeva che la versione di Tete non sarebbe stata delle migliori e la rana messa in mostra in staffetta non era quella che serviva per andare a medaglia. Un crono sulla falsariga di quello stampato nella 4×100 mista mixed, che non ha rafforzato la candidatura degli azzurri alle medaglie nella mista.
Federico Burdisso (5) – Ne ha parlato lui stesso ai microfoni della Rai ed effettivamente il podio mancato dalla 4×100 mista si può riscontrare soprattutto nella sua frazione a delfino, sopra i 51″ (51.17) e di 0.48 più lenta di quella delle batterie. Veniva da stagioni problematiche Burdisso e quindi non gli si può gettare la croce su quanto è accaduto, ma il differenziale in termini di prestazione è evidente.
Carlos D’Ambrosio (6) – Nuota una chiusura a stile libero da 47.33 nella mista, tra le onde altrui, e dovendo fare i conti con la furia di Jack Alexy in rimonta. Un riscontro sufficiente, parlando di un ragazzo esordiente e di grandi potenzialità, ma probabilmente non messo nelle migliori condizioni per prendersi la top-3.
Anita Bottazzo (6.5) – Un piglio decisamente diverso della ranista azzurra nella finale del 50 rana, rispetto alla semifinale. Nel penultimo atto non era piaciuta per la frequenza di nuotata, mentre oggi il quarto posto a un tiro di schioppo di Pilato è un dato da rimarcare, in un percorso fatto di due finali mondiali.
Alberto Razzetti (4.5) – Un brutto campionato del mondo per il ligure, perché le finali non raggiunte nei 200 e nei 400 misti devono essere giudicate in questa maniera. Certo, nella prima prova citata ci poteva stare l’oggettiva difficoltà della quasi contemporaneità dell’atto conclusivo dei 200 delfino, ma per quanto accaduto oggi ci sono evidenti difficoltà gestionali nell’alternarsi degli stili. Un passo indietro per il Razzo che, insieme a Stefano Franceschi, dovrà lavorare in questo senso.
Sara Franceschi (non giudicabile) – Dare una valutazione alla toscana potrebbe avere poco senso in quanto il suo stato di forma è condizionato da una criticità fisica tra collo e spalla che si trascina da diverso tempo. Il crono di oggi nei 400 misti di 4:50.23 non rispetta chiaramente il suo valore. Ci sarà da fare il punto della situazione e trovare soluzioni se si vorrà essere ancora della partita in manifestazioni di alto livello.
Staffetta 4×100 mista femminile (5.5) – Di base, ottenere la qualificazione alla finale non era semplice per le ragazze italiane. La mancanza di un dorso e di una farfalla iper competitiva complicava le cose, poi è venuta meno anche la frazione di Lisa Angiolini a rana e tutto si è fatto ulteriormente difficile.
