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Mariella Santucci: “Il bronzo agli Europei è solo l’inizio. Olimpiadi? Percorso lungo, ma è un sogno”

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Mariella Santucci
Santucci / Ciamillo

Mariella Santucci è stata ospite di OA Focus, trasmissione visibile sul canale Youtube di OA Sport, ripercorrendo le tappe principali della sua carriera e soprattutto raccontando la fantastica esperienza di quest’estate con la maglia azzurra culminata con la conquista di uno storico bronzo ai Campionati Europei cominciati in casa nel girone al PalaDozza di Bologna e conclusi in Grecia.

Diciamo che è stato speciale perché il percorso è partito da Bologna, dove sono nata e cresciuta, quindi è stato proprio bello viverlo prima lì e poi ovviamente finire l’opera in Grecia al Pireo. È difficile da spiegare, secondo me devi viverlo per capire proprio le sensazioni che ti può dare vincere una medaglia, poi 30 anni dopo l’ultima volta, quindi è ancor più speciale perché è qualcosa che comunque non accade spesso. Però ce lo dicevamo dall’inizio, siamo un gruppo che è partito da qualche anno. Abbiamo fatto molte giovanili insieme, perché c’è una 91 che è Spreafico e tutte le altre sono più o meno dal 95-96 fino al 2000-2004, quindi più o meno quel range di età lì. Siamo cresciute insieme e, dopo il primo Europeo che è stato due anni fa, abbiamo detto: ‘Ok, siamo in crescita, siamo un bel gruppo’. E adesso è arrivata la consacrazione con la medaglia di bronzo quest’anno. Comunque è ancora solo un inizio“, racconta la playmaker della Reyer Venezia.

Ogni gruppo è a sé, nel senso che questo gruppo è iniziato qualche anno fa e alcune di noi avevano già fatto tanti Europei come Zandalasini, Olbis e Cubaj, che hanno fatto più di un Europeo. Diciamo però che il gruppo di quest’anno è stato più o meno lo stesso del 2023 con qualche inserimento ovviamente. Secondo me ci vuole soprattutto in nazionale un percorso, ovviamente inizialmente è difficile vincere subito le medaglie perché non è che dall’oggi al domani si vincono le medaglie, però è stato un cammino in cui anche nei momenti più bui siamo rimaste lì tutte assieme, li abbiamo affrontati e ci hanno anche aiutato comunque ad arrivare a questo Europeo molto più sicure di noi. Ci conoscevamo, sapevamo chi eravamo, come giocavamo, ed eravamo in crescita“, aggiunge la 28enne nativa di Bologna.

Sulla sua esperienza oltreoceano alla University of Toledo:È stato un percorso di crescita personale, principalmente perché ho voluto fare un’esperienza diversa da quella di rimanere in Italia, magari approdando subito in Serie A1, ma volevo fare un’esperienza proprio di vita diversa e volevo anche continuare a studiare, quindi andare in America era l’opzione migliore per conciliare sia lo sport che lo studio. Quei 4 anni sicuramente mi hanno aiutato a crescere a livello tecnico e tattico, ma anche a livello fisico, perché comunque lì ho lavorato molto sul mio fisico, sul curare l’aspetto comunque per me più importante, perché fisicamente non è sono 1.90, quindi ho imparato a stare bene fisicamente e a reggere meglio i contatti. Poi l’esperienza di stare da sola 4 anni in un altro continente mi ha aiutato anche a crescere sull’aspetto mentale in campo, quindi a superare anche i momenti di difficoltà che là ho avuto all’inizio, soprattutto perché non parlavo bene la lingua, non capivo, ero da sola. Tutti aspetti anche al di fuori del campo che poi mi hanno aiutato a crescere anche nella pallacanestro“.

Sul nuovo roster della Reyer Venezia per la prossima stagione:A Venezia abbiamo cambiato tutte le straniere, però la cosa fondamentale è la conferma del gruppo delle italiane, quelle che sono lì da 4 anni. Secondo me quello è molto importante anche per agevolare l’inserimento delle cinque straniere nuove e in più Francesca Pasa, che però ovviamente essendo stata con noi in Nazionale sa già di cosa stiamo parlando, nel senso che l’abbiamo inserita molto bene nel sistema. Sono sicura quindi che sarà una bella annata e secondo me saremo un bel gruppo sia in campo che fuori“.

Sull’epilogo beffardo della semifinale europea contro il Belgio:Col Belgio siamo arrivate anche a +3. Da -14 abbiamo fatto un parziale di 17-0 e siamo arrivate a +3 nel quarto quarto. Poi lì è questione di dettagli veramente, perché alla fine abbiamo fatto il canestro del +2 e loro hanno segnato da tre punti, quindi si tratta veramente di un rimbalzo in più, un tiro libero in più, un canestro segnato in meno. Secondo me siamo arrivate negli ultimi minuti, avendo fatto un recupero così tanto impegnativo a livello mentale, magari anche stanche e non abbiamo avuto la lucidità nel momento importante di magari fare un canestro in più oppure non prendere la tripla dall’angolo. Però brave anche loro, perché comunque dopo aver preso un parziale così hanno risposto con una tripla in un momento importante. Forse è mancata anche un po’ di esperienza, perché noi comunque non abbiamo mai giocato partite così importanti non essendo mai arrivate ad una semifinale di un Europeo, quindi magari anche la freddezza di sapere in quei momenti cosa fare, dove andare e come comportarsi, però sono veramente dettagli. Siamo arrivate lì a giocarcela e secondo me sarà d’aiuto per il futuro“.

Sul difficile obiettivo della qualificazione olimpica a Los Angeles 2028:Sarebbe il mio sogno fare le Olimpiadi. Ovviamente ci sono ancora tanti step perché dobbiamo fare il pre-mondiale, poi il Mondiale e dobbiamo qualificarci, quindi ci penso come un sogno, però cerco di vedere comunque gli step che dobbiamo fare piano piano. Sarebbe molto bello qualificarsi alle Olimpiadi un giorno, però piano piano partiamo dal pre-mondiale, quindi la testa diciamo che è già lì“.

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