Lacrosse
Lacrosse, il presidente Cavallaro: “L’Italia ha possibilità di andare a Los Angeles 2028. Gli americani aiutano il movimento a crescere”
Il lacrosse italiano, in pochi anni, è entrato in una nuova dimensione. Dal concludere le rassegne continentali nelle ultime posizioni, fino ad arpionare gli ottavi di finale ai Mondiali 2023 e, soprattutto, il recente argento agli Europei, dopo aver sfiorato il titolo nell’atto conclusivo contro Israele. L’obiettivo diventa ora proseguire questa ascesa prorompente anche nella variante del sixes, ovvero quella che farà il suo debutto alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Di questo, e di tanto altro, abbiamo discusso con il presidente federale Alessandro Cavallaro.
In futuro il lacrosse italiano avrà altre chance per vincere un oro agli Europei?
“Lavoriamo per dare il massimo, i risultati sono anche frutto di circostanze. L’obiettivo è puntare ad andare oltre, continuare a crescere. Puntiamo alle qualificazioni olimpiche. Per forza al prossimo Europeo sixes l’obiettivo sarà il primo posto, perché essenziale per qualificarsi a Los Angeles 2028. Sarà molto difficile, ma le possibilità ci sono. Speriamo che questo risultato faccia sì che sempre più persone credano in noi. Ad oggi il lacrosse è uno sport molto dilettantistico in Italia, ci sono poche squadra. La mia speranza è che la maggiore visibilità faccia aumentare anche i mezzi a disposizione“.
Quali saranno i criteri di qualificazione ai Giochi del 2028?
“Il meccanismo dovrebbe prevedere una squadra per ogni campionato continentale 2026, la miglior nazione tra le non ancora qualificate ai Mondiali 2027 e, ovviamente, gli Stati Uniti padroni di casa“.
L’Italia sarà competitiva anche nel format olimpico del sixes?
“Il sixes è una disciplina molto recente, nata 2-3 anni fa. Noi per ora abbiamo puntato al field. La tecnica di base è sempre la stessa. Si tratta di una versione ridotta del lacrosse a 10 e trova più spazio per quei giocatori che hanno una natura da centrocampisti. Possiamo fare un paragone con il basket e il basket 3×3“.
Arriveranno ulteriori rinforzi dal Nord America?
“È un discorso in evoluzione. Bisogna vedere le disponibilità in base al periodo dell’anno. La base di lavoro avviene dai giocatori che uno ha già. Il numero limite sarà di 12 atleti, ovvero i componenti più adatti a questa disciplina. L’Italia, a mio avviso, è più predisposta rispetto ad Israele nel sixes, perché ha un gioco più atletico che fisico. La mia ambizione è che questo gruppo di americani possa aiutare anche gli italiani a crescere, di modo di avere un mix con giocatori di scuola italiana. La mia speranza è far crescere i giocatori di casa nostra“.
Il sixes porterà ad una rivoluzione nelle gerarchie europee?
“Mi aspetto dei rimescolamenti di carte. Ho visto squadre che potrebbero fare bene con una diversità di gioco. Non penso però ad uno stravolgimento“.
Sarà un “one shot” per il lacrosse alle Olimpiadi?
“Le voci di corridoio dicono che verrà confermato anche per Brisbane 2032 e anche per il 2036“.
C’è il timore di una naturalizzazione di massa da parte di altre compagini europee?
“Le nazionali che mi spaventano solo quelle che sino ad oggi non l’hanno fatto. Tante hanno basato quasi tutto sugli stranieri. Inghilterra e Germania sono autoctone, mentre altre abusano delle naturalizzazioni. Noi siamo in continua ricerca di persone che vogliono sostenere il movimento e sposare la nostra causa“.
Il settore femminile è ancora un po’ indietro in Italia.
“Il discorso sixes è nuovo anche per le donne, l’obiettivo sarà lo stesso e andrà di pari passo. Ovviamente c’è ancora molto da lavorare. E’ un po’ più indietro, essendo nato più tardi il movimento femminile“.
Il lacrosse ha l’obiettivo di diventare una Federazione autonoma oppure la dimensione all’interno della Federazione Italiana Hockey resta quella ottimale?
“L’importante è la condivisione di progetti, infatti si è aggiunto anche il floorball. È secondario per noi diventare una Federazione autonoma. L’obiettivo è comunque sempre lo stesso. La collaborazione tra sezioni sta creando benefici reciproci, l’hockey ci sta dando aiuti importanti dal punto di vista economico, che ci aiutano a pianificare“.
