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Formula 1GP Olanda

F1, Frederic Vasseur non è Re Mida. Per Ferrari l’esempio di Mercedes dimostra quanto sia difficile tornare al vertice

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Charles Leclerc
Charles Leclerc / LaPresse

In Italia, purtroppo, la Formula 1 è sostanzialmente una metonimia. La si intende solo ed esclusivamente come uno degli ambiti agonistici in cui si muove la Ferrari, dea ex machina concettuale di ogni tema. Eppure, il Circus è molto altro e, a ben guardare, propone parabole agonistiche che – se fossero imboccate dalla Scuderia di Maranello – chissà a quali critiche porterebbero.

Insomma, il Cavallino Rampante alle nostre latitudini è perennemente frustato dalla vox populi perché incapace di vincere il Mondiale. Un’accusa contro la quale non c’è alibi che tenga. Gli ultimi iridi sono stati festeggiati nel biennio 2007-2008 e ora siamo nel 2025. I bimbi nati in quei giorni hanno ormai conseguito il diritto di voto, giusto per dare l’idea di quanto tempo è passato.

Però, per onestà intellettuale e dimenticando la metonimia di cui sopra, queste feroci critiche sono pienamente giustificate? Ovvero, è così semplice riproporsi al vertice nella F1 attuale? Prendiamo l’esempio della Mercedes, potenza egemone dal 2014 al 2021. Cosa starebbe dicendo l’uomo della strada se fosse stata la Ferrari a seguire lo stesso percorso agonistico?

La Stella a Tre punte è passata dal dominio incontrastato a ruoli da comprimaria. È indubbio come, in vista della rivoluzione regolamentare 2022, a Brackley abbiano totalmente sbagliato strada, imboccando quella della “zero pod”, il concetto della monoposto senza fiancate. Un progetto alfine rivelatosi fallimentare.

Otto anni prima, prendere un sentiero differente da tutti gli altri, rappresentò la carta vincente (a Brixworth furono gli unici a capire qual era il modo migliore di costruire le power unit turbo-ibride). Viceversa, un nuovo approccio alternativo ha portato alla perdita della posizione egemone, senza che essa sia stata più recuperata.

Questo è il punto focale. Mercedes, una volta resasi conto di aver fatto un buco nell’acqua, è tornata sui propri passi. Tuttavia, non è stato sufficiente per reinstallarsi davanti a tutti. Non è che i risultati recenti delle Frecce d’Argento siano tanto migliori rispetto a quelli delle Rosse. Bene o male, siamo lì. Anzi, in termini di quantità di vittorie e di punti conquistati, Ferrari fatto meglio. Si può mettere in discussione quanto realizzato dalle Silver Arrows dal 2014 al 2021? Cionondimeno, oggi sono sulla stessa barca della Ferrari.

Se neppure il team diretto da Toto Wolff, che ha dominato la scena per otto anni, ha il tocco o la bacchetta magica per uscire dal fosso in cui è finito, è lecito pretendere che Frederic Vasseur sia il Re Mida o il Mago Merlino della situazione e liberi il Cavallino Rampante dalle sabbie mobili in cui è impanato da tempo? Anche questa è una metonimia, si cita chi dirige la struttura, composta da decine di ingegneri.

Certo, è frustrante per il tifoso ferrarista vedere sempre “qualcun altro” vincere (dalla Mercedes si è passati prima alla Red Bull e ora alla McLaren), però proprio quanto accaduto alla Stella a Tre Punte dovrebbe far riflettere ed essere meno tranchant nei giudizi.

Così come dovrebbe far rimuginare, in termini opposti, il pensiero di quale metamorfosi positiva abbia avuto il Team di Woking. Arriverà, verosimilmente, anche il momento della Ferrari. Come e quando non è dato a sapersi. Sia esso in quest’epoca, oppure nella prossima.