Nuoto
Nuoto: farfalla e dorso femminile, farfalla maschile. I punti deboli dell’Italia ai Mondiali di nuoto
Tra conferme, medaglie attese e nuovi talenti pronti a esplodere, la Nazionale italiana di nuoto si presenta ai Mondiali di Singapore 2025 con alcune zone d’ombra ben visibili. Il team azzurro resta competitivo in molte specialità, ma è evidente che ci siano settori in crisi, in particolare la farfalla maschile e femminile e il dorso femminile, comparti nei quali l’Italia fatica a trovare eredi all’altezza dei grandi nomi del passato recente.
Il ritiro dall’attività di Margherita Panziera, più volte campionessa d’Europa nei 100 e 200 dorso, ha rappresentato uno spartiacque nel dorso femminile italiano. Per anni punto fermo della Nazionale, la veneta ha garantito continuità di rendimento e presenza in finale nei grandi appuntamenti. Senza di lei, il settore ha perso una guida e una certezza. Al suo posto, le nuove generazioni stanno faticando a emergere. Sara Curtis, giovane eclettica velocista, ha ottenuto risultati discreti nel dorso veloce ma i suoi obiettivi ora sono altri e solo sui 50 la piemontese potrebbe cimentarsi a Singapore. Erika Gaetani, Francesca Pasquino e Anita Gastaldi, campionessa italiana in carica, non sono ancora riuscite a raggiungere standard competitivi su scala internazionale. Qualche segnale incoraggiante è arrivato da Federica Toma, capace di stupire a tratti al Sette Colli, mostrando una crescita dopo un periodo difficile cominciato proprio con l’uscita di scena prematura agli Europei di Roma 2022.
Anche nel settore della farfalla maschile veloce l’Italia sta vivendo un momento delicato. L’addio di Matteo Rivolta, finalista mondiale e campione del mondo in corta, e l’uscita di scena di Piero Codia, recordman italiano e campione d’Europa a Glasgow 2018, hanno lasciato un buco difficile da colmare. Per anni questi due atleti hanno rappresentato il vertice della specialità, contribuendo anche alle staffette veloci.
Oggi manca un vero leader, un atleta in grado di garantire la finale nei 100 farfalla. Si è rivisto su ottimi livelli Federico Burdisso che sembra più rivolto ai 200 che ai 100, mentre alle Universiadi Gianmarco Sansone ha centrato la vittoria con un 21″40, che è il miglior tempo stagionale in Italia. Sotto ai 52″ alle Universiadi è sceso anche Michele Busa, ma per loro l’obiettivo è già rivolto alla vasca corta perché al Mondiale non ci saranno. C’è sempre Thomas Ceccon, in grado di ottenere standard prestativi molto interessanti, ma per lui gli impegni saranno molteplici a Singapore e i 100 farfalla non ci stanno.
Nel settore femminile, la situazione è analoga. L’assenza prolungata di Elena Di Liddo, unita all’imminente ritiro di Ilaria Bianchi, quattro volte olimpica e pioniera della farfalla azzurra, ha aperto un’altra falla importante. Il ritiro della bolognese, che saluterà ufficialmente il nuoto agli Assoluti Estivi di Chianciano, chiude un’epoca. In questo contesto, Costanza Cocconcelli sta cercando di riconvertirsi con buoni risultati al 100 farfalla: nuota stabilmente sotto i 58 secondi, soglia che oggi rappresenta la “sufficienza” per competere, ma resta distante — oltre tre secondi — dalle grandi protagoniste della specialità.
Alle sue spalle, Viola Scotto di Carlo e Paola Borrelli stanno cercando di emergere, mentre dal vivaio giovanile arrivano timidi segnali di speranza. L’esempio più concreto è Giulia Santambrogio, che nella categoria juniores ha mostrato talento e margini di crescita. Ma servirà tempo e lavoro per riportare l’Italia a livelli quantomeno finalisti.
In un panorama dove l’Italia può contare su eccellenze nel mezzofondo, nelle gare miste e nelle staffette, è chiaro che alcune specialità siano attualmente in secondo piano. I 100 e 200 dorso femminili, i 100 farfalla maschili e i 100 farfalla femminili sono diventati terreno di ricostruzione, con l’obiettivo di colmare il gap con le potenze internazionali. I Mondiali di Singapore 2025 serviranno anche a questo: capire dove serve intervenire, valutare quali giovani possano compiere il salto di qualità e tracciare il cammino verso i prossimi appuntamenti chiave, a partire dagli Europei 2026 e, soprattutto, i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. Perché una Nazionale vincente si costruisce anche dai reparti in difficoltà. E l’Italia ha il dovere, e le risorse, per risalire la china.
