Nuoto
Nuoto, e se la 4×200 sl femminile fosse la staffetta del futuro? Prospettive intriganti per l’Italia
C’è una staffetta che negli anni ha vissuto l’altalena delle ambizioni azzurre, tra exploit memorabili e fasi interlocutorie. È la 4×200 stile libero femminile, che per l’Italia ha rappresentato un punto d’orgoglio nella stagione d’oro tra il 2014 e il 2015, quando il quartetto guidato da una straordinaria Federica Pellegrini conquistò l’oro agli Europei di Berlino con una rimonta epica sulla Svezia e poi l’argento mondiale a Kazan, seconda solo agli Stati Uniti.
Da allora, il cammino è stato più faticoso, ma oggi si intravede una luce nuova. Il nono posto ottenuto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 – con un crono di 7’55”29 firmato da Sofia Morini (1’58”26), Giulia D’Innocenzo (1’58”43), Matilde Biagiotti (1’59”23) e Giulia Ramatelli (1’59”37) – ha chiuso un ciclo e al contempo ne ha aperto un altro. Nonostante l’esclusione dalla finale olimpica, si tratta di un risultato da non sottovalutare, perché segnala la presenza di un nucleo di atlete già affidabili e potenzialmente ancora in crescita.
La vera ventata di entusiasmo, però, arriva dal settore giovanile. Ai recenti Europei juniores, l’Italia ha conquistato l’oro sia nella gara individuale dei 200 sl, grazie a una convincente Bianca Nannucci (1’58”41), sia nella staffetta 4×200, che con 7’56”06 ha riscritto sia il record europeo juniores che quello della manifestazione. A firmare l’impresa sono state Lucrezia Domina, Bianca Nannucci, Chiara Sama e Alessandra Mao. Proprio Mao, classe 2011, ha già lasciato il segno anche tra le “grandi”, vincendo a soli 14 anni il titolo italiano assoluto sulla distanza a Riccione lo scorso aprile. Un talento precoce che potrebbe diventare un punto fermo del quartetto azzurro del futuro.
Accanto a loro, si profilano nomi già noti e in cerca di conferme: Biagiotti e Morini, con quest’ultima che sta affrontando un importante passaggio tecnico a Verona sotto la guida di Matteo Giunta e quest’anno, per ora, non è riuscita ad esprimersi sui livelli della passata stagione, ma anche Giulia D’Innocenzo, ora impegnata alle Universiadi, ed Emma Virginia Menicucci, che alla bisogna potrebbe lasciare per qualche minuto la velocità e affrontare una gara – i 200 – nella quale, soprattutto in staffetta, riesce spesso ad essere su buoni livelli.
La profondità del vivaio e la versatilità di molte interpreti permettono di immaginare una staffetta che non solo torni competitiva a livello mondiale, ma che possa ambire a entrare stabilmente tra le prime otto nei grandi appuntamenti, come accadde nel periodo d’oro del mezzofondo veloce azzurro, marchiato da Federica Pellegrini. La differenza, oggi, potrebbe farla la coesione del gruppo e la capacità della Federazione di accompagnare questo ricambio generazionale con un progetto tecnico solido, che valorizzi i progressi individuali e costruisca l’identità di squadra.
La 4×200 sl femminile, in fondo, è una gara di equilibrio e tenuta, tecnica e fiducia reciproca. Se l’Italia saprà coltivare con pazienza e visione le sue giovani frecce, il futuro potrebbe davvero tingersi d’azzurro.
