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MotoGP, il manager di Martin: “Una battaglia legale con Aprilia sarebbe stata insostenibile. Jorge resta, la moto è migliorata”

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Jorge Martin
Jorge Martin / LaPresse

La tempesta tra Jorge Martin e l’Aprilia si è placata. Forse non è ancora tornato il sereno, ma quantomeno ha smesso di piovere e il vento è calato. Lo spagnolo si è deciso a restare con la Casa di Noale anche nel 2026, rispettando il contratto sottoscritto lo scorso anno. Evitata, dunque, la battaglia legale tra il pilota e l’azienda in merito alla validità dell’esercizio della clausola che avrebbe consentito al madrileno di liberarsi già al termine della stagione corrente.

Al riguardo, al Sachsenring, Albert Valera (manager dell’iberico ed eminenza grigia dietro a qualsiasi sua mossa) ha spiegato senza mezzi termini come la decisione sia stata presa per mero pragmatismo. “Una battaglia legale sarebbe stata insostenibile sul piano delle tempistiche. Il Tribunale di Milano ci avrebbe messo troppo tempo a prendere una decisione, anche perché tra ricorsi e controricorsi si sarebbe potuto andare avanti all’infinito”.

In altre parole, il rischio sarebbe stato quello di non poter gareggiare nel 2026. D’altronde Carmelo Ezpeleta a fine giugno era stato categorico: “Non accetteremo l’iscrizione al Mondiale di un pilota che non sia libero per decisione di un giudice o per un accordo tra le parti”. Un messaggio chiarissimo, quello lanciato dall’amministratore delegato di Dorna, risultato decisivo per ricondurre Martin e corte dei miracoli a più miti consigli.

Così, il Campione del Mondo 2024 resterà in Aprilia. Con convinzione? Dopo il test effettuato a Misano settimana scorsa, il madrileno avrebbe avuto sensazioni positive. “Jorge mi ha detto di aver trovato la moto migliorata rispetto all’ultima volta che l’aveva pilotata. Fornisce più aderenza, è molto meno nervosa” ha spiegato Valera, che sull’intera vicenda ha chiosato affermando: Io ho solo fatto il mio lavoro, così come gli altri fanno il loro. Adesso vogliamo concentrarci solo sull’aspetto sportivo!”. Così è deciso, l’udienza è tolta!

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