Scherma
Matteo Neri: “La dipendenza da vittoria mi spinge a continuare. Ai Mondiali siamo competitivi per una medaglia”
L’attesa sta per finire. Tra pochi giorni cominceranno finalmente i Campionati Mondiali 2025 di scherma, competizione quest’anno in scena in Europa, nello specifico in quel di Tibilisi (Georgia), dal 22 al 30 luglio. L’Italia ovviamente si presenterà in pedana con le solite, enormi, ambizioni, nella speranza di poter conquistare quante più medaglie possibili nell’evento clou della stagione.
Tra la folta rappresentanza azzurra spicca anche lo sciabolatore Matteo Neri, reduce dalla medaglia d’argento conquistata nella prova a squadre dei Campionati Europei di Genova e capace di collezionare in carriera due terzi posti, rispettivamente al Grand Prix di Seoul e alla Coppa del Mondo di Madrid. L’atleta è stato intercettato dai microfoni di Focus, rubrica in onda sul canale YouTube di OA Sport con la conduzione di Alice Liverani, in questo contesto affiancata da Alessandro Gennari, per parlare proprio della rassegna iridata che sta per cominciare.
In prima battuta lo schermidore ha dato un aggiornamento sulle sue condizioni fisiche, data la sua recente ripresa dopo un periodo di stop dovuto ad un problema al ginocchio: “Sto bene, credo di averlo dimostrato recentemente agli Europei, ancora non sono nella condizione ottimale, mi serve qualcosa per arrivare al 100%. Ma ci sono ormai. In alcune circostanze sarebbe più facile smettere che andare avanti. Ma forse è la mia dipendenza dalla vittoria, dal voler fare bene che mi spinge a continuare”.
Neri ha poi parlato della davvero pregevole gara disputata a Seoul in occasione del Grand Prix: “In quel caso ero ad un livello di forma alto: in semifinale ho perso 15-14 in un match tirato; sono stato sfortunato perché nell’ultima stoccata sono scivolata ed ho perso l’incontro. Sentivo di poterla portare a casa, ma gli altri sono stati più bravi di me. A caldo me la sono sentita scivolare via. Mi piace caricarmi, penso che il secondo posto sia il primo tra i perdenti. Ma non si può sempre vincere, bisogna quindi prendere pure il buono dalle cose. Quel risultato rifletteva il mio stato di forma, è stato un bell’avviso”.
Una vita in pedana per Matteo, il quale ha cominciato il suo percorso molto piccolo: “Ho iniziato a tirare ad 8-9 anni a Bologna, dove mi alleno ancora. Ho visto la scherma in televisione durante le Olimpiadi di Pechino, una delle poche volte che viene trasmessa. Lì ho voluto provare, i miei non sapevano neanche cosa fosse. Perché ho scelto la sciabola? Al tempo c’era solo quella. Tra i due risultati di peso ottenuti tra Grand Prix e Coppa del Mondo, l’azzurro sceglie quello di Madrid: “E’ stata la prima ed unica volta in cui ho perso in semifinale dando tutto quello che avevo. Ho dato più di quello che potevo dare. E’ stata una gara al ridosso delle Olimpiadi di Parigi, volevo fare di tutto per esserci, non è bastato”.
Adesso l’attenzione sarà tutta incentrata sui Campionati Mondiali: “Farò anche la gara individuale. Siamo una squadra molto valida, siamo usciti da un momento di difficoltà visto l’anno difficile con pochi risultati. Dopo le Olimpiadi capita di dover rodare il motore e ripartire da zero. Sono contento del risultato degli Europei anche se ci è un po’ scivolato dalle mani. Siamo tonici, siamo una squadra forte. Noi puntiamo sempre alle medaglie. Come gara non cambia granché a livello di routine, cambia solo che è più corta e che il livello nei primi giorni è meno alto dei Grand Prix, mentre il secondo giorno è molto più alto. Io non sento troppo la pressione, anzi mi gasa. I grandi palcoscenici mi danno qualcosa in più. Mi piacerebbe tirare in futuro con Szilágyi o con Oh Sang-uk”.
L’atleta ha quindi proseguito: “Io studio gli avversari fin da quando sono bambino: si studiano le percentuali, è un lavoro statistico: si controllano le azioni che si è più propensi a fare e come si reagisce in base agli stimoli che vengono dati dall’avversario. Come squadra stiamo studiando i possibili team, concentrandoci su Germania, Stati Uniti, Ungheria. Insomma quelle più vicine. Quando tiro con una persona forte come Szilágyi non vedo l’ora di batterla. Non ho mai avuto timore reverenziale, mi interessa solo portare a casa il risultato. Una mia caratteristica come atleta in generale è sempre stata quella di essere capace di dare più del 100%. Mi sono reso conto che se dò il 100% sono uno come gli altri, dando di più posso brillare. Durante gli allenamenti di conseguenza mi ripeto questo. Cerco di raschiare il barile per fare e cose in modo perfetto. La gara si prepara in allenamento. Se sei abituato a soffrire in allenamento, in gara poi è tutta discesa”.
Il 2025 è un anno che sta dando tanta soddisfazione alla città di Bologna: “Seguo più il basket, non ho festeggiato perché non mi piacciono questi grandi assembramenti di tifosi. Quando posso vedo la Virtus, ho visto gara-1 di finale scudetto, il resto non sono riuscito perché combaciava con gli Europei“. E sull’obiettivo dei Mondiali, Matteo Neri non ha dubbi: “Dopo la seconda operazione mi ero prefissato di tornare competitivo, poi l’occasione fa l’uomo ladro. Il livello di scherma ce l’ho, quello fisico non è al 100% ma sta diventando ottimale. I Mondiali sono per forza un obiettivo”.
Tanti match, tante sfide, tante trasferte. Ma chi è Matteo fuori dalla pedana? “Diciamo che sono preciso anche fuori dalla pedana ma perché chiaramente la routine giusta ti porta a questo. Sono dovuto diventare quadrato fuori dalla palestra, ma chiaramente mi godo anche la vita. Io frequento spesso i miei amici perché ho la possibilità di vivere ed allenarmi dove sono nato. Frequento la mia famiglia, la mia ragazza e gioco molto a golf. Non lo avrei mai fatto come disciplina perché credo sia lo sport più stressante e difficile. Lo possono fare tutti, ma non tutti lo possono fare bene. Come hobby va benissimo, come mestiere no. Altra arma? Non ci ho mai pensato. Quando non gareggio mi piace guardare il fioretto”.
