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Pallavolo

L’Italia trionfa ancora nella VNL 2025 e non vuole più svegliarsi dal sogno

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Italia volley VNL
Italia/Fivb

C’è qualcosa di magico nel modo in cui questa squadra continua a vincere. Non è solo una questione di talento o di tecnica, ma di spirito. L’Italia femminile del volley ha compiuto un’altra impresa, l’ennesima di un ciclo che sembra non avere fine. A Łódź, nella terra di mezzo dell’Europa, le azzurre hanno scolpito un nuovo capitolo di gloria, sollevando la Volleyball Nations League per la terza volta in quattro anni. Una vittoria che parla di perfezione, di imbattibilità, di un dominio costruito giorno dopo giorno, partita dopo partita, con la forza delle idee e del gruppo.

Sono 15 le vittorie consecutive in questa edizione della VNL, 29 considerando anche quelle dello scorso anno tra Nations League e Olimpiadi. Numeri da leggenda per una Nazionale che ha trasformato il successo in normalità, il sacrificio in metodo, l’unione in forza. Contro il Brasile in finale (3-1: 22-25, 25-18, 25-22, 25-22), l’Italia ha ribaltato un primo set complicato con la forza dell’abitudine a risorgere. È una squadra che ha imparato a soffrire e a trarre il meglio dalle difficoltà, anche grazie a una panchina profonda e a una identità tattica ben riconoscibile. Il sistema muro-difesa si è confermato tra i più efficaci del torneo: l’organizzazione difensiva ha saputo reggere contro attacchi potenti come quelli di brasiliane e statunitensi, mentre a rete il muro ha spesso fatto la differenza nei momenti chiave.

La gestione del side-out è stata uno dei principali punti di forza: la precisione in ricezione ha permesso a Cambi di distribuire in modo fluido, sfruttando l’efficienza delle centrali e la varietà degli attacchi da posto quattro. Anche nelle rotazioni più complicate, l’Italia ha mostrato una buona capacità di trovare soluzioni rapide, sia attraverso colpi intelligenti da seconda linea, sia grazie alla capacità di tenere alta la qualità del cambio palla anche quando la ricezione non era perfetta.

Il bilancio è trionfale, ma non privo di spunti critici. Il primo riguarda l’infortunio occorso ad Alice Degradi in finale: per una delle schiacciatrici più solide della stagione, si tratta di un nuovo stop in un momento delicatissimo, che complica le rotazioni azzurre in vista del Mondiale. Il secondo riguarda alcune fasi di appannamento mentale e tecnico, emerse soprattutto nei quarti contro gli Stati Uniti e nella finale stessa. In entrambi i casi, l’Italia ha concesso break pesanti a inizio set, dovendo poi rimontare con grande dispendio di energie.

In particolare, la gestione del servizio in alcune fasi è risultata poco efficace: troppi errori gratuiti hanno rischiato di compromettere la pressione sul cambio palla avversario. Allo stesso tempo, la correlazione muro-difesa ha funzionato a intermittenza contro attaccanti molto veloci, come quelli statunitensi. Sono aspetti che andranno perfezionati in vista del Mondiale, dove il livello tecnico salirà ulteriormente.

Con questa vittoria, l’Italia consolida il proprio dominio recente sulla pallavolo internazionale femminile. Dopo l’oro olimpico di Parigi 2024 e il trionfo in VNL dello scorso anno, la Nazionale si conferma al vertice con una terza affermazione nella competizione, a testimonianza di una continuità che solo le grandi squadre sanno mantenere. La mentalità di gruppo è ormai un marchio di fabbrica: la capacità di superare i momenti difficili, di adattarsi tatticamente e di affidarsi al collettivo più che ai singoli, è diventata l’elemento distintivo di un’Italia che ha saputo evolversi restando fedele a sé stessa.

Ora, per Danesi e compagne, arriva una breve pausa prima di tuffarsi nella preparazione del Mondiale in Thailandia. Le rivali proveranno ad abbattere il gigante azzurro, ma l’Italia si presenterà con un bagaglio tecnico e mentale da vera corazzata. Più forte, più solida e più affamata che mai.

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