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Daniel Presciutti: “L’Ungheria aveva giocatori più forti della Spagna, ma l’organizzazione ha prevalso. La Grecia mi ha sorpreso”
Il pallanuotista italiano Daniel Presciutti, difensore del Grifone, ha commentato a Waterpolo Preview, trasmissione che va in onda sul canale YouTube di OA Sport, l’epilogo dei Mondiali 2025 di pallanuoto maschile, con la Spagna vittoriosa in finale sull’Ungheria, col bronzo andato alla Grecia.
L’analisi della finale tra Spagna ed Ungheria: “Anche se non lo conosco di persona, sono felicissimo per Felipe Perrone, perché una carriera del genere si va a coronare nel migliore dei modi, e penso per lui sia un’emozione enorme e mi piace dire che se lo merita proprio, perché una persona che fa una carriera così merita di chiuderla nel migliore dei modi. Per quanto riguarda in generale la partita, facile dirlo dopo averla vista, ma io fin da prima ho sempre detto che secondo me la Spagna poteva avere la meglio, perché in questi Mondiali ho visto, devo dirlo, una Grecia ed una Spagna che secondo me, tatticamente, hanno preparato meglio di tutti le partite, in una pallanuoto che adesso è diventata molto fisica. L’Ungheria è una squadra che ha giocato tanto sulla tecnica e sulla bravura, perché fondamentalmente, secondo me, se presi i singoli, sono molto più forti della Spagna. La Spagna ha giocato in maniera ordinata, ha giocato bene tatticamente e se l’è portato a casa, infatti credo che l’unico momento in cui la Spagna sia andata un po’ in crisi è quando erano un po’ saltate le loro tattiche, all’inizio del terzo tempo, era andato un po’ tutto in stato confusionale, infatti l’Ungheria era uscita fuori, ma poi si sono riassestati e vanno fatti i complimenti, soprattutto all’allenatore, per come ha preparato le partite, non solo l’ultima ma tutte quante le partite“.
Le differenze tra Spagna ed Ungheria: “Non volevo dire che gli spagnoli non fossero forti tecnicamente, assolutamente, però mettendoli a confronto con quelli dell’Ungheria, io vedo molta più tecnica nei singoli ungheresi, però ovviamente quando hai dei giocatori così, che prendono in mano la situazione, perché poi in un momento di panico, fondamentalmente Granados e Perrone, in generale i più forti, hanno tirato fuori la loro tecnica individuale e si sono messi in mostra“.
Gli elementi che hanno portato al successo iberico: “Secondo me sono state la bravura, la tattica, ma è stata anche una questione di preparazione, poi potrei anche sbagliare, ma soprattutto sull’uomo in più si è vista tanta differenza, perché si è vista una Spagna che sapeva quello che faceva, nel senso che era una squadra che andava a cercare l’uomo libero, l’uomo sul palo. Poi, per carità, anche per loro, nel momento in cui serviva, c’è stato qualcuno che si è preso la responsabilità e ha fatto il suo individualmente, però invece nell’Ungheria ho visto poco gioco tattico, ho visto tanti passaggi, ma poi fondamentalmente, soprattutto, si andava sempre a concludere con uno che prendeva palla, faceva due finte e tirava. Spesso entra, spesso non entra quel tiro, e quindi secondo me la Spagna l’ha vinta per una questione di preparazione“.
La sorpresa Grecia: “Io prima del Mondiale, ma semplicemente perché non avevo seguito più di tanto le partite amichevoli, alla Grecia non ci avevo mai pensato, poi nel momento in cui ho visto la partite, anche quella con l’Italia, sono sincero, la davo per finalista. Non perché ci sia un gruppo di fenomeni, assolutamente no, ma per come giocavano, era tutto preparato, secondo me, al millimetro, oltre al fatto che c’erano dei giocatori fortissimi, perché va detto, ma stiamo parlando in generale di ogni squadra, io la Grecia, proprio a livello di preparazione tattica della partita, l’ho vista sempre concentratissima. Se non sbaglio, a parte la partita col Giappone, ma col Giappone tutti hanno subito tantissimi gol e fatto tantissimi gol, perché hanno un modo di giocare tutto loro, se non sbaglio la Grecia, a parte la partita col Giappone, è stata l’unica squadra, che non ha mai subito più di 11 gol, cioè al massimo ne hanno subiti 11, mentre per tutte le altre squadre ho visto che ci sono state tante partite dove ne subivano anche 14, e quello secondo me è proprio sintomo di una preparazione difensiva maniacale nella pallanuoto di oggi, in cui appunto si vedono tantissimi gol, perché la pallanuoto è diventata molto fisica, rapida, si va a cercare la conclusione nel breve tempo, perché è diminuito il tempo d’azione, si gioca nei 25 metri. La semifinale bellissima tra Ungheria e Serbia ne è l’esempio lampante, è stata una partita emozionantissimo sotto il punto di vista dei gol, proprio a livello offensivo, invece la Grecia, secondo me, si è distinta a livello difensivo, è stata secondo me il massimo che si è visto a questo Mondiale. La Spagna si è avvicinata molto, ha fatto molto come loro, infatti la semifinale tra di loro è andata a finire con un punteggio basso, con quel gol all’ultimo in cui c’è la bravura del giocatore individuale, che si è preso quell’ultimo tiro, tra l’altro tutti si aspettavano un alzo e tiro caricato fortissimo, invece lui è andato rapido a tirare, spiazzando il portiere. La Grecia, secondo me, sono sincero, anche se è arrivata terza, ed è un bel risultato, secondo me meritava di più, comunque così va, ed alla fine è stato tutto molto bello“.
