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24 Ore di Le Mans

WEC, la sfida di Le Mans vista dall’interno con Mobil 1

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Porsche #6 FIA WEC 2025
Porsche #6 FIA WEC 2025 / Daniele Paglino

In occasione della 24h Le Mans abbiamo avuto nuovamente modo di vedere da vicino il lavoro tra Porsche e Mobil 1 nel FIA World Endurance Championship. OA Sport, presente come a Spa-Francorchamps insieme ad altri giornalisti, ha incontrato Tomek Young, Responsabile della Tecnologia utilizzata nel motorsport da ExxonMobil.

Ricordiamo che Mobil 1 collabora e fornisce olio lubrificante per motore e trasmissione per Porsche Motorsport nel FIA WEC e nell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship. All’interno del Mondiale l’impegno di Mobil1 si allarga per la classe regina anche a Toyota GR ed a Cadillac Hertz Team JOTA.

Young ha dichiarato in Francia poche ore prima della corsa automobilistica più importante al mondo. “Le Mans non è un normale weekend. Le gare endurance sono qualcosa di molto speciale perché, per prima cosa, bisogna sopravvivere, poi si punta ad ottenere un buon risultato sportivo. Se non si sopravvive, e nel nostro caso parliamo di olio lubrificante, è finita. Quindi, la distanza percorsa è in qualche modo paragonabile a un normale intervallo di cambio dell’olio, il che lo rende molto interessante per noi perché possiamo imparare molto in poco tempo. E anche se la distanza è simile, i requisiti sono molto diversi perché per la maggior parte del tempo le vetture spingono al massimo, con temperature e pressioni molto più elevate”

Il tecnico ha continuato dicendo: “l motore è un reattore chimico da cui è possibile estrarre molta potenza, ma tenendo tutto sotto controllo. E questo reattore deve funzionare in tutti i luoghi in cui si svolgono le gare. Altezze elevate, vicino al livello del mare, differenti valori di umidità e temperature, senza contare i vari cambiamenti durante la gara. Bisogna quindi progettarlo in base a tutti questi requisiti per garantire la durata che ci si aspetta. Questo vale per le squadre in gara, ma anche per i ‘normali’ consumatori che utilizzano i prodotti quotidianamente”.

Come già detto Mobil1 lavora anche con Cadillac e Toyota ed anche in due serie differenti. Ricordiamo infatti il programma negli USA per General Motors e per Porsche oltre al Mondiale. “Le auto sono abbastanza simili e le specifiche sono state sviluppate in modo che queste vetture possano correre in entrambi i campionati. Da ingegnere sicuramente tendo ad entrare molto nei dettagli e penso che ce ne siano in ogni cosa. Si cerca sempre di ottimizzare i requisiti, per questo abbiamo diversi team che supportano la serie, in modo da poter offrire assistenza in Nord America e a livello globale. Abbiamo un gruppo di persone che si occupa della logistica a livello planetario, perché non possiamo fallire”.

Il Global Motorsports Technology Manager ha chiuso continuando sull’interessante ‘doppio impegno’ di Mobil 1 con più brand nel FIA WEC e di conseguenza anche a Le Mans. “Siamo nel motorsport da molto tempo e orgogliosi che Mobil 1 sia compatibile con la più ampia selezione di auto. Abbiamo diversi team che lavorano con Toyota, Cadillac e Porsche: questi diversi gruppi di ingegneri propongono soluzioni ottimizzate per ciascun motore, senza alcun tipo di compromesso. Non si tratta di una soluzione unica per tutti, ma lavoriamo allo stesso modo con ognuno. E si arriva poi al consumatore di tutti i giorni, con un’offerta di un prodotto più ampia, sia che guidiate una macchina ibrida della Toyota, una della General Motors, o una Porsche. E questo vale anche per le auto da corsa, ogni prodotto deve soddisfare le varie esigenze”.

La pista si conferma un ‘laboratorio’ perfetto per la strada, soprattutto se si parla di competizioni di durata: “Alcuni team nel fine settimana di Le Mans hanno utilizzato l’offerta commerciale Mobil 1, sia per l’olio motore che per altre parti della vettura. Alcuni dei prodotti sono effettivamente commerciali, ottimi in termini di prestazioni, collaudati in gara e su strada. Considerando che i motori sono diversi, ci sono differenze che possono essere sfruttate. Se fossero tutti uguali, il nostro lavoro sarebbe davvero noioso e ci limiteremmo a proporre un prodotto che poi tutti comprerebbero normalmente”.

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