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GP OlandaMotoGP

MotoGP. Dopo il Mugello, Marquez vuole riconquistare anche Assen. Bagnaia corre per l’orgoglio personale

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Marc Marquez / origo.v

Nessuna pausa per il Mondiale MotoGP, che dopo aver archiviato il Gran Premio d’Italia si appresta a correre già questo weekend ad Assen. Incombe, infatti, il Dutch Tourist Trophy, vero nome di quello che ormai viene chiamato – seppur impropriamente – Gran Premio d’Olanda. Un appuntamento che segna l’ideale inizio della seconda parte di stagione. Una nuova frazione concettuale, beninteso.

Cosa è cambiato rispetto al Mugello? Il fatto che sino alla corsa toscana, si poteva concedere qualche speranza a Francesco Bagnaia nella rincorsa al titolo iridato. Nonostante il pesante distacco da Marc Marquez, il ventottenne piemontese aveva rilasciato dichiarazioni impregnate di fiducia, almeno concernenti la gara di casa, sulla quale riponeva grandi aspettative.

Viceversa, il risultato è stato netto. Bagnaia 0 – Marquez 2 o, se si preferisce, Bagnaia 20 – Marquez 37. Back-to-back per lo spagnolo, due piazzamenti per l’italiano, sempre relegato alle spalle del fratello cadetto del fuoriclasse iberico e anche di Fabio Di Giannantonio nel Gran Premio domenicale.

La corte di cassazione non entra nel merito, giudica semplicemente la correttezza formale di un procedimento giudiziario. Questo è stato il ruolo del Mugello, che ha certificato quanto già esposto in precedenza. Marc Marquez ha le mani sul titolo e, come si suole dire, può perderlo solo lui. Come? Con errori, viceversa non c’è partita.

Però il Motomondiale non è un processo. Siamo solo a 9 dei 22 GP programmati nel 2025. Chiaramente, se l’andazzo è questo, la domanda non è “se”, ma “dove” MM93 festeggerà l’Iride. Però, negli ultimi anni, abbiamo assistito a qualche cambiamento di valori repentino proprio durante l’estate. Non si direbbe possa essere il caso della stagione corrente, ma il futuro è sconosciuto a chiunque.

Dunque si riparte da Assen, altra pista adorata da Bagnaia, che ora deve cercare di non accartocciarsi su sé stesso, restando vittima dei propri demoni legati all’anteriore della sua Ducati. Il Mondiale potrebbe anche essere andato, ma l’orgoglio personale non può e non deve essere svilito.

Il tracciato olandese, il cui layout è tatuato sul braccio di Pecco, può essere l’occasione per ricordare a tutti (a cominciare da sé stesso) di valere più di quanto si sta vedendo sinora, in questo 2025 dominato dall’ingombrante compagno di squadra.

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