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MotoGP, “al Mugello non si dorme” e non si vince neppure se non si ha una moto Factory!

Come sappiamo, il Gran Premio d’Italia 2025 di MotoGP è stato vinto da Marc Marquez, tornato al successo al Mugello dopo ben 11 anni di digiuno. Un risultato significativo, che certifica come il trentaduenne iberico abbia ormai messo le mani sul Mondiale, avendo rifilato una sonora batosta a Francesco Bagnaia su uno dei suoi tracciati preferiti.
Sappiamo anche che El Trueno de Cervera ha ripreso la sua posizione dominante nel Motomondiale dopo essere entrato nel Factory Team Ducati. Per quanto vincente, nel 2024 il blasonato catalano non ha lottato per il titolo, ma correva con una struttura privata, ovverosia Gresini. Ebbene, proprio la dicotomia “ufficiale-privato” torna di moda subito dopo la corsa tenuta nel nostro Paese.
Viviamo un’epoca in cui le squadre esterne a quelle “ufficiali” possono dire la propria anche per i traguardi più ambiziosi. La riprova è data dal fatto che Jorge Martin abbia vinto il Mondiale 2024 in sella a una Ducati gestita dal Team Pramac. Non era mai successo nell’epoca della MotoGP, perché l’ultimo precedente risaliva al 2001 e a Valentino Rossi, iridato nell’anno conclusivo della 500cc in una struttura non direttamente gestita da HRC.
Ovviamente, non si è così ingenui da non considerare il fatto che il Dottore e Martinator abbiano sì corso in squadre private, godendo però del medesimo trattamento dei piloti ufficiali (leggasi una moto analoga a quelle schierate dalla squadra Factory). Difatti, il concetto di “team clienti” è ormai superato e tante aziende usano realtà private per schierare più di due mezzi nuovi fiammanti (lo ha fatto Ducati con Pramac, lo sta facendo Ktm con Tech3).
La dinamica è talmente consolidata da rivelarsi di successo anche altrove. La 24 ore di Le Mans e la MotoGP c’entrano come i cavoli a merenda, ma la leggendaria maratona francese 2025 è stata appunto vinta da una Ferrari gialla gestita da AF Corse, ufficialmente estranea al Factory Team del Cavallino Rampante, ma di fatto identica a quelle colorate di rosso.
Fermo restando come il parallelismo Pramac/AF Corse non abbia molto senso per mille ragioni, delle quali sarebbe dispersivo e stucchevole disquisire in questa sede, è un sintomo del fatto che ormai la distinzione tra Factory Team e Team Privato sia molto labile. Tranne che al Mugello!
Già, perché il dato che balza all’occhio legato al Gran Premio d’Italia è che nell’epoca della MotoGP si sta ancora aspettando il primo successo di una struttura non ufficiale! Un’anomalia assoluta, alla luce di quanto appena esposto. Per trovare l’affermazione di un privato si deve tornare al 2001, quando in una gara spezzata in due dalla pioggia, il Team Pons fece doppietta con Alex Barros davanti a Loris Capirossi.
La domanda successiva è se ci siano altri eventi nella medesima situazione. La risposta è “ni”, perché solo in Malesia bisogna andare a ritroso sino al 2001 (Valentino Rossi, appunto). Cionondimeno, Sepang ha la “tara” di due edizioni in meno rispetto al Mugello (quella del 2011, cancellata dopo l’incidente fatale a Marco Simoncelli e quella del 2021, quando gli strascichi del Covid impedirono la trasferta asiatica).
Per il resto, qualcosa di simile lo si trova solo in Gran Bretagna, dove un team privato non vince dal 2003 (Max Biaggi, Team Pramac Pons). Anche la corsa d’Oltremanica ha però una “tara”, quella della cancellazione del 2018, causata dal maltempo.
Insomma, “al Mugello non si dorme” recita un noto detto fra gli appassionati. Non si vince neppure, se non si ha per le mani una moto factory, verrebbe da aggiungere! Un tema singolare, che tornerà d’attualità nel 2026.