Tennis
Luci di Roma per Jannik Sinner: contro Alcaraz la supersfida finale al Foro Italico
Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz, capitolo numero undici. Non in un luogo qualsiasi e non in circostanze qualsiasi, però: è al Foro Italico di Roma che la finale degli Internazionali d’Italia sarà il primo vero grande ultimo atto tra i due chiamati a prendere le redini della nuova generazione del tennis. Saranno le 17 nella Capitale quando i due percorreranno gli spogliatoi del Centrale per arrivare di fronte a ben oltre 10.000 persone, la massima parte delle quali italiane, per succedere ad Alexander Zverev.
Per uno scherzo del destino, i due raggiungono assieme esattamente lo stesso numero di finali: 25. Il bilancio è del tutto simile: 19-5 per Sinner, 18-6 per Alcaraz. L’unico confronto diretto in un ultimo atto è arrivato a Umago, a livello di ATP 250, nel 2022: finì 6-7 6-1 6-1 a favore di Jannik, che si prese quel sorriso nell’anno in cui fu falcidiato da diversi infortuni. Al top ci è arrivato prima il murciano, ma l’altoatesino si è preso la scena con il ruolo di numero 1 del mondo da giugno 2024, e si appresta a prendersi un anno intero da leader con il Roland Garros.
Decisamente diversi i percorsi dei due giocatori. Immacolato fino alla semifinale quello di Sinner, che tra le ruggini del debutto, la svolta con Cerundolo e la giornata senza sconti con Ruud ha poi vissuto il suo momento critico venerdì contro Tommy Paul, salvo poi rimettere a fuoco tutto e chiudere per 1-6 6-0 6-3. Alcaraz, invece, ha perso un set agli ottavi turno contro il russo Karen Khachanov, ma forse va presa per buona fino a un certo punto la semifinale con Lorenzo Musetti, nella quale il vento ha giocato un ruolo importante (e infatti nessuno dei due ha giocato bene).
Ad oggi il bilancio dei precedenti dice ufficialmente 4-6 a favore di Alcaraz (non contando il Challenger di Alicante 2019 e il Six Kings Slam 2024), ma con i precedenti, in queste sfide, ci si fa ben poco. Jannik va alla caccia del suo ventesimo titolo e punta a riscrivere ancora un po’ la storia dell’Italia tennistica in campo maschile: sono 47 anni, del resto, che un azzurro non arrivava in finale a Roma. E sono anche 49 dall’ultimo trionfo dello stesso uomo, Adriano Panatta, colui che portò il tennis a essere qualcosa di seguito in maniera enorme in quegli anni.
Si è già detto e scritto di tutto su Sinner e Alcaraz, sul loro essere profondamente diversi in tutto eppure pienamente rispettosi l’uno dell’altro. Una cosa è certa: se lo spagnolo è uscito da un periodo non proprio felicissimo, con tante sconfitte che non si aspettava e che lo hanno preoccupato in maniera abbastanza evidente, il rientro dell’italiano ha portato con sé altre vittorie consecutive, nuova fiducia e una serie che nell’anno è di 12, ma che, estesa al 2024, diventa di 23 vittorie consecutive. L’ultimo a sconfiggerlo è stato proprio il classe 2003 di Murcia, nella finale di Pechino a livello di 500 un anno fa. E c’è anche un altro dato, a dir poco mostruoso, che racconta in maniera chiara la continuità di Sinner. Al momento si trova a 94 partite consecutive con almeno un set vinto. Un dato che sarebbe da leader, se non esistesse qualcun altro ad avercelo nella storia dell’ATP Tour (dal 1990 in poi). Quell’uno è Roger Federer, e il suo numero è 194.
Com’è come non è, oggi ci sarà un’intera nazione, anche attraverso gli schermi di Rai1 e Sky, a tifare per il suo numero 1, in quello che è un evento tra i più acclamati che il nostro Paese ospita. Sarà un’Italia che si ferma per Jannik Sinner. Non è la prima volta, non sarà di certo l’ultima.
