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Calcio

La Champions League resta tabù per l’Italia: Inter travolta dal PSG a Monaco di Baviera

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Champions League
PSG / LaPresse

Una lezione di calcio a Monaco di Baviera. Il PSG è salito in cattedra nella finale di Champions League e ha nettamente sconfitto l’Inter 5-0. Un passivo pesantissimo (mai visto in un atto conclusivo) per la formazione allenata da Simone Inzaghi, frutto di quanto verificatosi all’Allianz Arena: due squadre di livello di diverso e arrivate all’appuntamento in maniera molto differente.

Una partita fin da subito in salita per la Beneamata, viste le marcature al 12′ del marocchino Achraf Hakimi (ex Inter) al 12′ e del francese Desire Doue al 20′. Nella ripresa la compagine di Luis Enrique ha letteralmente dilagato, con la doppietta di Doue al 63′ e le reti del georgiano Khvicha Kvaratskhelia al 74′ e del transalpino Senny Mayulu all’87’.

Una disfatta per i nerazzurri e anche per il calcio italiano, visto che la Coppa dalle grandi orecchie resta un tabù. Risale al 2010 l’ultima affermazione di un club nostrano, cioè proprio l’Inter nella finale di Madrid contro il Bayern Monaco. A seguire, ci sono state le finali perse dalla Juventus nel 2015 e nel 2017 e per l’appunto della compagine meneghina nel 2023 e in questa circostanza. Giusto sottolineare, che l’ultimo club francese ad aggiudicarsi questo trofeo era stato l’Olympique Marsiglia nel 1993 (finale vinta contro il Milan).

PRIMO TEMPO – Inzaghi vara il solito 3-5-2 con Lautaro Martinez e Marcus Thuram di punta e la coppia Dumfries e Dimarco a fungere da fluidificanti. Il PSG punta sul collaudato 4-3-3 con il trio tutto tecnica e qualità composto da Doue, Dembele e Kvaratskhelia. Fin dai primi scampoli di partita si comprende che per il match sarà una specie di calvario per i nerazzurri. Pressing asfissiante della squadra di Luis Enrique, guidato da un Dembele generosissimo, non consentendo ai giocatori interisti di uscire dalla propria aerea di rigore. Tanti palloni persi dalla formazione lombarda e poca reattività nelle marcature preventive. In questo modo, la segnatura di Hakimi su un ribaltamento di fronte al 12′ è la logica conseguenza. L’Inter tenta una reazione, ma c’è tanta confusione e poca lucidità nella costruzione della manovra. Nel tentativo di conquistare un corner, la squadra di Inzaghi subisce un contropiede micidiale, con Doue che colpisce, approfittando anche della deviazione sulla sua conclusione di Dimarco al 20′. C’è solo il PSG in campo, che più volte calcia in maniera pericolosa verso la porta di Sommer. L’unico segnale interista arriva sul finire del primo tempo su un colpo di testa, da calcio piazzato, di Thuram che non inquadra di poco la porta.

SECONDO TEMPO – Nella ripresa il disvalore tra le due compagini si fa imbarazzante. L’Inter non trova le sue giocate, per il lavoro straordinario degli attaccanti del PSG in fase di pressione soprattutto. Una condizione atletica invidiabile della squadra di Luis Enrique, contrariamente alla Beneamata in debito d’ossigeno. Lo show parigino è la logica conseguenza, con ripartenze veloci a bucare la retroguardia del club meneghino. I gol di Doue al 63′, di Kvaraskhelia al 73′ e di Mayulu all’86’ sono proprio conseguenza di verticalizzazioni rapide, con giocatori lanciati verso la porta e freddi nel momento di realizzare. Sempre Thuram, a 10′ dalla conclusione, cerca il gol della bandiera, ma Donnarumma dice di no. E la partita si conclude sul 5-0.

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