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F1, dopo Montecarlo, la Ferrari si presenta all’udienza davanti alla Corte Suprema del Montmelò

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Charles Leclerc
Leclerc / La Presse

La Formula 1 si appresta all’udienza di fronte alla sua ‘Corte Suprema’, ovverosia l’autodromo del Montmelò. La pista edificata a pochi chilometri da Barcellona è unanimemente considerata l’unità di misura del vero valore delle monoposto, che altrove può essere alterato da fattori ambientali propri del contesto in cui si corre. In Catalogna, viceversa, non ci sono alchimie di sorta.

Indipendentemente dall’esito del GP di Monaco, che fa sempre storia a sé, è indubbio come la SF-25 sia sul banco delle imputate. Avrebbe dovuto essere l’auto del pieno riscatto, dopo che la predecessora SF-24 aveva conteso alla McLaren il Mondiale costruttori sino all’ultima gara. Invece, se il Team di Woking ha cominciato il 2025 dove lo si attendeva, ovvero alle quote più alte, la Scuderia di Maranello non è mai neppure decollata.

Montecarlo va considerata una parentesi, nel bene e nel male. Al contrario, il Montmelò potrà rappresentare la sentenza principale, tanto più che tutti i team dovranno confrontarsi con l’introduzione delle nuove direttive tecniche decise dalla FIA in tema di flessibilità degli alettoni. Una dinamica destinata a cambiare i valori? Al momento, ogni ipotesi vale il suo contrario.

Più dell’esito del Gran Premio di Spagna, per la Ferrari conterà capire il perché e il percome sia stata prodotta l’ennesima monoposto sbagliata. Com’è possibile che un’azienda in grado di eccellere in un ambito complicato come il WEC (la 499P è un gioiello), in F1 abbia azzeccato mezzo progetto negli ultimi sette anni?

Non sarà tanto il risultato del Montmelò a contare, per il Cavallino Rampante, bensì la comprensione del proprio operato. Si è fatta tanta ironia legata al famigerato “dobbiamo capire” proferito di continuo da Mattia Binotto. Un ritornello che, però, continua a riproporsi, pronunciato da chi di Binotto ha preso il posto.

Frederic Vasseur ha lavorato bene tra il 2023 e il 2024, nulla quaestio. Ha ristrutturato il comparto F1, dandogli una nuova organizzazione, aderente alle sue visioni e al suo progetto. La Scuderia di Maranello era tornata a lottare concretamente per l’iride. Proprio sulla base di queste fondamenta, si riteneva che il 2025 potesse tingersi di Rosso. Prospettiva svanita in una scala di grigi.

Rien ne va plus è una frase propria del gioco d’azzardo, pronunciata a iosa nel Casino di Montecarlo. Però, in Formula 1, queste fatidiche quattro parole le può proferire solo una pista. Quella del Montmelò, appunto, la cui Corte Suprema è pronta a emettere un giudizio generalmente inappellabile. Sulla base di esso, Ferrari dovrà decidere le proprie prossime mosse. Investire ancora sul progetto corrente, oppure già pensare all’ennesimo “anno prossimo”?