Scherma
Daniele Garozzo: “Il ritiro forzato mi ha fatto male, ma non lo vivo come un lutto. Mi travestivo da Zorro”

Daniele Garozzo è stato il grande ospite della puntata di FOCUS – Scherma in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il fuoriclasse azzurro, che ha concluso la sua carriera poco prima dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 per colpa di problemi cardiaci, ha raccontato la sue esperienza sulle pedane di tutto il mondo e, anche, il suo nuovo ruolo.
Il fiorettista siciliano, infatti, ha il cuore diviso in 3 parti: scherma, medico e vice presidente federale: “Diciamo che sono tre passioni e mestieri differenti. Il medico è l’unica professione vera e propria. Lo schermidore è una professione, ma anche un gioco e un lavoro perché hai tanti impegni. Però, ovviamente, si basa sul divertimento e prende parte in una fase della vita nella quale ci si può rilassare e godere maggiormente tante cose. Da adulto, diciamo così, non è possibile. Il vice presidente, infine, è un ruolo al quale mi sto approcciando da poco. Io sono innamorato della scherma e credo che ci siano tante cose che si possono fare”.
Il classe 1992 passa poi a raccontare i suoi esordi e i suoi risultati più significativi della carriera: “Quando ho iniziato? Avevo appena 7 anni e ho dato il via alla mia esperienza nella scherma quasi per caso in una palestra di Acireale che, in realtà, assomigliava più ad un garage che ad una palestra. Ad ogni modo avevo iniziato assieme a mio fratello, davvero per caso. Mi vestivo da Zorro o D’Artagnan, mi divertivo davvero tanto. La mia vittoria più bella? Dire Rio 2016 è banale per cui dico il Campionato Mondiale giovanile di Acireale. Avevo 15 anni e gareggiavo in casa, letteralmente, assieme a mio fratello. Un pubblico clamoroso da 5-10.000 spettatori calorosissimi. Indimenticabile”.
Le Olimpiadi, però, non possono passare sottotraccia per un atleta: “Tutto è uguale. La pedana è sempre quella, le regole sono sempre quelle, ma è alla fine è tutto diverso. Lo senti, lo percepisci. Si tratta di un evento al quale puoi partecipare poche volte nella vita. Vincere è difficile anche perché devi farti trovare pronto dopo un quadriennio. La tensione è altissima. Io sono sempre stato emotivo e tesissimo, per cui erano gli altri a viverla diversamente dal solito”.
Ultima battuta sul suo nuovo ruolo da vice presidente federale: “Voglio restituire qualcosa ad un mondo da cui ho ricevuto tantissimo. Voglio dare il mio tempo, le mie idee ed i miei sforzi per passione e non certo per retribuzione. La scherma ha bisogno di tante cose? In primo luogo una maggiore attenzione a livello comunicato. Fare risaltare questo sport non solo una volta ogni 4 anni ma ogni anno. Creare gare-eventi, per esempio. Vivo la scherma in un modo diverso ora e mi piace, ma la pedana mi manca. Il ritiro forzato mi ha fatto male, ma non lo vivo come un lutto”.