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Tennis

Marco Panichi sul lungo stop di Sinner: “Tanto tempo per migliorare. Sarà una programmazione quasi da atletica leggera”

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Jannik Sinner
Sinner / Lapresse

Obiettivo Roma e Parigi. Jannik Sinner, sospeso fino al 4 maggio dopo il patteggiamento con WADA per la vicenda Clostebol, ha a disposizione un lungo periodo per potersi allenare in vista del suo rientro in gara che avverrà direttamente sulla terra rossa del Foro Italico a metà maggio in occasione degli Internazionali d’Italia 2025.

Il suo nuovo preparatore atletico Marco Panichi, ospite della trasmissione Sky Tennis Club, ha parlato così della situazione che si è venuta a creare: “Il fatto di avere così tanto tempo ci consente di effettuare una programmazione quasi da atletica leggera. Avendo un periodo così lungo, possiamo sicuramente andare a toccare un pochettino più in profondità delle caratteristiche o delle condizioni che vogliamo migliorare, e c’è sempre qualcosa da migliorare“.

Qui si parla di piccole cose, perché questi atleti sono macchine di Formula 1 già molto evolute. Rimane il fatto che, dal punto di vista motivazionale, è una spinta importante sapere che possiamo dedicare questo tempo a determinate cose e questo si riflette anche sulla mente. È una bella esperienza, una nuova esperienza, e sono veramente grato di poter avere questo tempo, nonostante non volessimo una situazione del genere“, aggiunge Panichi.

Sui segreti di Novak Djokovic, dopo averlo seguito per sette anni:Io l’ho visto per la prima volta quando aveva tredici anni e mezzo e sono rimasto impressionato per altre cose, non certo da come colpiva la palla. Il soprannome ‘Mister Perchè’? Lo chiamavo così perché, quando gli chiedevamo di fare qualcosa, lui chiedeva sempre il perché dovesse farla. Vedevi quindi una mentalità differente. Poi lui è diventato bravissimo e talentuoso a giocare a tennis perché è stato capace di essere maniacale sotto certi punti di vista, e sono testimone di questa cosa avendo trascorso sette anni con lui. L’angolo della gamba, del piede, l’anca come entrava in quel momento. Alla fine tutto questo ha fatto sì che il gesto tecnico fosse così tanto ripulito che era diventato di talento“.

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