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Jannik Sinner, c’è la sfida a Ben Shelton per la finale bis agli Australian Open. Djokovic-Zverev l’altra semifinale

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner, sempre lui. Il numero 1 del mondo non conosce al momento ostacoli, e nemmeno vuole conoscerli nella semifinale degli Australian Open 2025 in cui si troverà Ben Shelton dall’altra parte della rete. Cinque i precedenti tra i due, uno a livello Slam, quello di Wimbledon 2024 (ottavi): 4-1 a favore dell’attuale leader della classifica ATP. Una storia, la loro, molto recente, visto che parte da Shanghai 2023 (unico successo di Shelton).

Sessione serale tutta per questa sfida giovane, considerando che Sinner è e resta classe 2001, mentre Shelton è nato poco più di un anno dopo. Per l’americano, peraltro, il percorso è stato molto “latino”: tolto il primo turno con il connazionale Brandon Nakashima, si è trovato di fronte lo spagnolo Pablo Carreno Busta e poi, tra terzo turno e quarti, i due Lorenzo del tennis italiano, Musetti prima e Sonego poi, intervallati da Gael Monfils. In un certo senso, in tre occasioni è stato anche salvato da durate più lunghe dei match, perché Musetti avrebbe potuto raggiungere il quinto set, Monfils si è ritirato dopo tre tie-break e Sonego non è andato poi tanto lontano dal pareggiare il conto dei set nel quarto. Totale di ore spese in campo: 15 e 4 minuti, non un grandissimo fattore.

Non nel momento in cui Sinner ha 12 ore e 26 minuti all’attivo in questo senso. Andamenti simili, peraltro, almeno fino agli ottavi, poi il semplicissimo quarto contro l’australiano Alex de Minaur ha fatto sì che, in meno di due ore, Jannik potesse faticare poco e prepararsi con tranquillità a questo appuntamento. Un momento al quale arriva già con tanti pezzi di storia italiana addosso, con i suoi cinque approdi al penultimo atto di uno Slam negli ultimi sette disputati. Questo a testimonianza dell’ormai elevatissima costanza che caratterizza il rendimento di colui che, oggi, guarda tutti dall’alto in basso nella classifica mondiale. Il nativo di Sesto Pusteria, se riuscirà a contenere il dritto poderoso di Shelton, avrà la chance di diventare la terza persona italiana, dopo Nicola Pietrangeli pre-Era Open e Francesca Schiavone, a disputare due finali Slam consecutive in uno stesso torneo maggiore. L’attenzione andrà posta anche alla questione della sessione serale, che Jannik non ha mai amato particolarmente, ma sempre foriera di soddisfazioni fino a questo momento in quello che è stato un crescendo di condizione particolarmente evidente.

Ma non di soli Sinner e Shelton vivrà questa giornata, perché nell’altro lato di tabellone, quando in Italia sarà notte, ci sarà la sfida tra Novak Djokovic e Alexander Zverev. Un confronto dai mille dubbi, quello tra il serbo e il tedesco, se non altro dovuti al fatto che sono tante le criticità legate alla condizione del 10 volte vincitore, che non si è fondamentalmente allenato ieri né oggi dopo il quarto vinto contro Carlos Alcaraz. Dubbi che chissà se verranno dissipati per una sfida che, a prescindere, sarà per lui molto complessa al di là dell’8-4 nei precedenti (che si fermano al 2023, per quanto la maggior parte dei precedenti datino fino al 2021).

Oggi come oggi, il favorito è forse Zverev al di là di tutto. Un po’ per i dubbi dati da Djokovic, un po’ perché mai come quest’anno il tedesco sta mettendo insieme un percorso in cui non ci sono mai stati veri rischi, con i grattacapi maggiori portati da Tommy Paul nei quarti. Per lui c’è anche la possibilità di una rivincita della semifinale degli US Open 2021, in cui il successo del serbo arrivò in cinque set, ma anche dei quarti di Melbourne nel 2021, in cui invece i parziali necessari furono quattro. Zverev, oggi, è in scena da numero 2 del mondo, verso quella finale che ha due volte sfiorato e mancato (nel 2024 ancora più che nel 2020). Dipenderà molto tanto dalla già citata condizione di Djokovic quanto dalla capacità di colpire soprattutto a inizio scambio di Zverev.