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Tennis

Eubanks difende Sinner: “Basta leggere, è tutto scritto”. Ma a tanti fa comodo restare nell’ignoranza

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Jannik Sinner
Jannik Sinner / IPA Sport

Quando l’ignoranza fa comodo. Hanno destato non poca sensazione le considerazioni del tennista americano Chris Eubanks, in passato top-30 ATP e oggi nel consiglio dei giocatori, in merito alla volontà di documentarsi sui casi di positività in test antidoping di Jannik Sinner e della polacca Iga Swiatek.

Eubanks, come riportato su The Second Serve da Ben Rothemberg, ha rivelato lo scarso interesse dimostrato dai suoi colleghi circa l’iniziativa dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) di organizzare due sessioni informative attraverso cui spiegare le pieghe delle vicende dell’italiano e della polacca.

Nei fatti, solo il giocatore statunitense ha mostrato la volontà di informarsi: “Volevo fare un confronto con una lettura effettiva della regola dal regolamento in modo da averne cognizione. E poi tutto è partito da lì. Una volta che ho iniziato a lavorarci, sono rimasto molto coinvolto. Per quanto mi riguarda, volevo solo assicurarmi di avere una buona comprensione dei fatti e non permettere semplicemente a ciò che leggevo sui social media di dettare la mia percezione “, ha chiarito Eubanks.

È stato scoraggiante vedere cose dette pubblicamente che, in base alla mia comprensione delle regole, semplicemente non erano fattuali. Erano delle falsità. Quanto accaduto nei casi di Swiatek e di Sinner è parte della procedura. Non è una cosa discrezionale“, ha sottolineato il tennista statunitense, che ha aggiunto: “Alla domanda sulla disparità di trattamento nei confronti di Sinner, la mia risposta è stata: guardate quanto è accaduto a Marco Bortolotti. Il suo rapporto ITIA è proprio lì, facilmente accessibile, potete cercarlo. È risultato positivo in torneo alla fine del 2023; è stato avvisato a gennaio o febbraio. Ha inviato la sua risposta sui fatti a lui contestati; gli è stato permesso di continuare a giocare e poi alla fine hanno stabilito che fosse ‘Nessuna colpa o negligenza’. È stato esattamente lo stesso processo, ovviamente con meno molti dettagli a causa di come il Clostebol sia entrato nell’organismo di Sinner. Ma in generale, questo processo è stato esattamente lo stesso. E quando ho menzionato Bortolotti, la maggior parte dei giocatori semplicemente non sapeva chi fosse, non sapeva niente. Io stesso non avevo mai sentito parlare di lui, e sto giocando…“.

Una situazione che invita a una riflessione sulla fondatezza di certe affermazioni in questi mesi e in cui la manifestazione di un pensiero, sulla base di una percezione piuttosto che di una cognizione di causa, è andata per la maggiore. Al di là dei “deliri” di Nick Kyrgios, l’insistenza nel voler etichettare il caso di Sinner come poco trasparente e con trattamento di favore anche da parte anche di Novak Djokovic, probabilmente per questioni politiche legate alla sua PTPA (associazioni giocatori), stride decisamente.

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