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Formula 1

F1, in Arabia Saudita tutti cercano conferme. Pista e asfalto diversi da Sakhir, i valori cambieranno?

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Carlos Sainz
Sainz \ La Presse

La F1 resta nel contesto mediorientale, trasferendosi però dal Golfo Persico al Mar Rosso. Sabato 9 marzo si disputerà il Gran Premio d’Arabia Saudita, secondo dei ventiquattro appuntamenti che compongono il Mondiale 2024. Siamo reduci da un GP di Bahrain dominato, come d’abitudine, dalla Red Bull e da Max Verstappen, ma nel quale la Ferrari non è dispiaciuta.

La Scuderia di Maranello, terza con Carlos Sainz e quarta con Charles Leclerc, ha tenuto a bada le Mercedes e le McLaren, proponendosi come seconda forza in campo. Tra essere “seconda forza” a recitare il ruolo di “anti-Red Bull” c’è però una bella differenza, quella da colmare nel Reparto Corse del Cavallino Rampante. Difficile riuscirci nella massima categoria attuale, anche perché a Milton Keynes non staranno certo fermi, cionondimeno l’inizio non è stato malvagio.

Jeddah sarà però una storia completamente diversa rispetto a Sakhir. I connotati della pista e il suo asfalto (non certo studiato appositamente per le competizioni) sono totalmente differenti rispetto a quelli trovati fra i test e il GP inaugurale. Dunque non sarebbe certo sorprendente assistere a un rimescolamento dei valori in campo. Se davvero questo dovesse concretizzarsi e in quali termini, potremo scoprilo solo nei prossimi giorni. Sarà il tema forte del weekend.

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La Red Bull mira a confermarsi dov’è, allo scopo di giocarsi la carta della deterrenza nei confronti delle velleità altrui. La Ferrari si augura di non soffrire come accaduto nel 2023, quando l’Arabia Saudita rappresentò un passaggio nelle forche caudine. Mercedes e McLaren sperano di poter battagliare almeno con le Rosse, perché viceversa comincerebbero il 2024 più indietro di quanto si aspettassero e in maniera ben peggiore del Cavallino Rampante…