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Ginnastica artistica, l’Italia si qualifica alle Olimpiadi! Le Fate completano la missione Parigi, squadra garibaldina

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Italia ginnastica

L’Italia si è qualificata con la squadra femminile di ginnastica artistica alle Olimpiadi di Parigi 2024. La nostra Nazionale si era presentata ai Mondiali 2023 con un unico obiettivo: staccare il biglietto a cinque cerchi. Per completare la missione bisognava essere tra le migliori nove compagini del turno preliminare, escludendo USA, Gran Bretagna e Canada, già ammesse ai Giochi in virtù del podio iridato raggiunto undici mesi fa a Liverpool.

Le Fate sono state impeccabili ad Anversa. Nonostante la sfortuna avuta in fase di sorteggio, che le aveva relegate nella prima suddivisione e che le aveva obbligate a scendere in pedana senza alcun punteggio di riferimento e facendo da apripista, le ragazze del DT Enrico Casella si sono ben comportate ieri pomeriggio e hanno chiuso la sessione con un rilevante 162.230, un riscontro che aveva permesso alle azzurre di dormire serene in vista delle ultime sette suddivisioni in programma oggi.

Man mano che le qualificazioni proseguivano, soltanto il Brasile di una superba Rebeca Andrade riusciva a operare il sorpasso nei confronti delle nostre portacolori (164.297) e l’Italia restava saldamente in quarta posizione nella graduatoria guidata dagli USA di Simone Biles (171.395) davanti alla Gran Bretagna di Jessica Gadirova (166.130), entrambe esibitesi ieri pomeriggio subito dopo le vice campionesse d’Europa in carica.

Australia, Romania, Corea del Sud, Spagna, Belgio, Svezia, Germania, Ungheria finivano ampiamente dietro, oltre al già qualificato Canada. Al termine dell’ottava suddivisione, sulle dieci in programma, è arrivata la matematica certezza: l’Italia si è qualificata alle Olimpiadi di Parigi 2024 e nella capitale transalpina potrà portare una squadra composta da cinque atlete, che verranno selezionate dal Direttore Tecnico a sua completa discrezione e senza vincoli di regolamento.

L’Italia ha staccato il pass a cinque cerchi per la quinta volta consecutiva dopo Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020. Il miglior risultato raggiunto è il quarto posto di due anni fa in terra nipponica, nella capitale britannica si disputò l’atto conclusivo del team event. Nel terzo Millennio, considerato il grande ritorno ai Giochi a Sydney 2000 dopo un’assenza pluridecennale quando il settore femminile era molto debole alle nostre latitudini, il Bel Paese ha mancato il massimo traguardo soltanto ad Atene 2004.

Un plauso enorme al quintetto tricolore sceso in pedana nella Città dei Diamanti, che ha dovuto sopperire all’assenza di nomi di quattro fuoriclasse di lusso come Vanessa Ferrari, Alice D’Amato, Martina Maggio, Giorgia Villa a causa dei vari infortuni. In qualifica la capitana Alice D’Amato è caduta alle amate parallele asimmetriche (è la Campionessa d’Europa di specialità) e ha sbagliato alla trave, venendo però supportata ottimamente dalle compagne: Manila Esposito è stata trainante, Elisa Iorio ha mostrato grande solidità, Angela Andreoli ha stretto i denti in condizioni fisiche non perfette, Arianna Belardelli ha fatto un debutto iridato con i fiocchi.

L’Italia ha tutte le carte in regola per puntare a un podio di lusso la prossima estate, a patto di avere a disposizione i migliori effettivi in perfette condizioni fisiche e di confezionare la gara perfetta. Nel frattempo si tornerà in pedana mercoledì sera per disputare la Finale a squadre dei Mondiali, dove potrebbe succedere di tutto: manca soltanto la matematica certezza che arriverà nelle prossime ore, visto che non ci sono più di quattro squadre che possono superare le azzurre ed escluderle dall’atto conclusivo del team event.

L’Italia non qualificava entrambe le squadre alle Olimpiadi da Londra 2012, ultima apparizione della formazione maschile. Alice D’Amato e Manila Esposito disputeranno la finale del concorso generale individuale in programma venerdì sera, mentre sarà difficile puntare a una Finale di Specialità: la campana è settima alla trave, ma mancano ancora francesi, cinesi e giapponesi.

Foto: Photo LiveMedia/Filippo Tomasi