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MotoGP, l’anarchia proseguirà a Jerez? Sono rari i precedenti di 4 vincitori diversi nei primi 4 GP…

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Francesco Bagnaia

Francesco Bagnaia, Marco Bezzecchi, Alex Rins. Questi i centauri sinora impostisi in MotoGP. Tre vincitori diversi in altrettanti Gran Premi. La dinamica è comune in top-class. Andando a ritroso nel tempo, ci si renderà conto di come sia sufficiente guardare al XXI secolo per raggiungere la doppia cifra di stagioni nelle quali si è verificata questa situazione.

Cionondimeno, occhio a cosa succederà a Jerez de la Frontera. Perché se si può fare spallucce di fronte a tre distinti trionfatori al principio dell’anno, viceversa è anomalo che la sequenza di cui sopra si allunghi a quattro. Difatti il IV round, generalmente, porta in dote il bis di uno dei tre eletti, mentre è molto raro che partorisca un nuovo nome vincente.

È capitato solo cinque volte dal 1949 a oggi. Anzi, pragmaticamente parlando, una di meno. Il 1974 non può fare testo, perché il Gran Premio di Germania venne boicottato da tutti i centauri più forti dell’epoca, preoccupati per la sicurezza deficitaria del Nübrugring. Sulla Nordschleife partì un pugno di carneadi e si impose lo sconosciuto Edmund Czihak.

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Dunque, nel concreto, i quattro successi iniziali sono finiti ad altrettanti piloti differenti solo in quattro stagioni. Queste possono essere divise in due categorie. Quelle del “Vuoto di potere al vertice” e quelle dei “Fab Four al massimo del loro splendore”.

I “Mondiali dell’Anarchia” sono il 1949 e il 2006. Nel primo caso si parla dell’edizione inaugurale del campionato, peraltro corso con moto vetuste, residuate dall’anteguerra. Primeggiarono Harold Daniel, Leslie Graham, Nello Pagani e Bill Dorhan. Invece, quella di diciassette anni fa, fu una delle stagioni più schizofreniche di sempre, al termine della quale il titolo andò in maniera del tutto inaspettata a Nicky Hayden (che poi non vincerà mai più un GP in carriera dopo essersi coronato Campione). L’americano, peraltro, non primeggiò in nessuna delle prime quattro gare, che andarono a Loris Capirossi, Marco Melandri, Valentino Rossi e Daniel Pedrosa.

I “Mondiali dei Fantastici Quattro” sono invece il 1989 e il 2008. Trentaquattro primavere orsono, il poker d’assi era tutto anglofono (Kevin Schwantz, Wayne Gardner, Wayne Rainey ed Eddie Lawson). Tre lustri addietro, il quartetto era a trazione latina (Casey Stoner, Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi nel 2008). Nomi pesantissimi, perchè sono stati citati sette Campioni del Mondo e il pilota più forte di sempre a non essersi mai fregiato di un Iride (d’altronde, all’epoca la concorrenza era assurdamente alta).

Dunque, l’identità di chi si accaparrerà il successo a Jerez de la Frontera è un tema forte dell’appuntamento andaluso. Il 2023 sarà il quinto anno a iscriversi al club del marasma, oppure seguirà il copione più canonico, che presuppone la ripetizione della vittoria di uno fra Bagnaia, Bezzecchi e Rins? Ci si aggiorna a domenica sera per scoprirlo, poiché nel caso il trionfatore del GP di Spagna non appartenga al succitato terzetto, si aprirebbero nuove e interessanti prospettive, tutte da analizzare.

Foto: La Presse