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Ciclismo

Giro d’Italia 2022, Marco Saligari: “Io dico Carapaz, ma mancano i grandi nomi. Italiani da exploit isolati”

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Marco Saligari, ex professionista e direttore sportivo, è stato un passista combattivo, ottimo uomo squadra all’attacco su tutti i percorsi e poi guida competente e punto di riferimento per i giovani alle prime esperienze nel mondo del professionismo. Milanese classe 1965, soprannominato “il commissario” da Baronchelli (vista la sua disponibilità nel consigliare sempre i colleghi, ndr), in carriera vanta 15 vittorie (professionista dal 1987 al 1998) fra le quali tre tappe al Giro d’Italia e la classifica generale al Giro di Svizzera. In queste settimane Saligari è impegnato con la motocronaca Rai per la Corsa Rosa e noi lo abbiamo raggiunto  per stilare un bilancio prima della tappa di oggi (la 19esima, da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte) in vista della crono conclusiva di domenica a Verona.

Che idea ti sei fatto di questo Giro d’Italia? 

“Che se ne vedono delle belle come sempre e quest’anno non ha fatto eccezione. Ci sono però pochi campioni e il Giro meriterebbe una lista di partenti più importante, non che non lo sia, ma mancano un po’ di corridori importanti. Lo diciamo tutti gli anni ma le cose non sembrano cambiare”.

Sarà un Giro che si deciderà sugli abbuoni? 

“Secondo me no,  non credo che gli abbuoni siano decisivi. Però di questo passo tutto è possibile”.

Tra Carapaz e Hindley chi vedi meglio nella prova contro il tempo?

“Richard Carapaz”.

Nibali e Pozzovivo al momento sono tra i migliori. Sono i nostri capisaldi del movimento. Te lo aspettavi?

“Domenico è una gradita sorpresa, Vincenzo – non è ancora finito il Giro – pensavo di più che potesse vincere una tappa piuttosto che essere lì nella generale”. 

E gli altri italiani?

“Abbiamo vinto qualche tappa ma il problema dei corridori italiani è che non riescono ad avere continuità e fanno un exploit ogni tanto. Dainese mi ha colpito e se prende un po’ più di sicurezza e padronanza potrà fare grandi cose, è veramente un talento. Da Fortunato mi aspettavo di più e secondo me si è presentato al Giro in una condizione diversa rispetto allo scorso anno dove andava di più e soprattutto non aveva alcun tipo di pressione. Riconfermarsi è sempre difficile”. 

Quindi Carapaz è il tuo favorito?

“E’ un Giro duro, ha fatto un caldo pazzesco e lo hanno corso sempre con la pancia a terra, e quindi credo che un corridore come Carapaz possa avere la meglio, anche a livello di palmares è quello più completo, senza dimenticare che lui il Giro l’ha già vinto nel 2019 e sempre a Verona”.

Foto: Lapresse