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Nuoto, Lorenzo Galossi unica, vera novità tra i giovanissimi per l’Italia. Aspettando Cerasuolo, le alternative non abbondano

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I Campionati italiani di nuoto a Riccione fanno già parte dell’album dei ricordi ed è tempo di tracciare un bilancio. Quanto visto nella piscina romagnola ha evidenziato la forza di alcune punte, ma alle loro spalle i giovani che bussano alla porta sono in numero esiguo, almeno per il momento.

Nelle giornate allo Stadio del Nuoto, giustamente, si è fatto un gran parlare di Lorenzo Galossi, classe 2006, che dai 200 agli 800 stile libero ha fatto incetta di riscontri incredibili legati alla sua età:

200 stile libero: 1:48.26
400 stile libero: 3:45.93
800 stile libero: 7:49.76

Tuttavia, al di là dell’allievo di Christian Minotti, si è visto molto poco. Certo, giusto citare il classe 2003 Simone Cerasuolo, che con il crono di 26.85 ha staccato il biglietto per la rassegna iridata di Budapest nei 50 rana, e Luca De Tullio (fratellino di Marco e sempre alla corte di Minotti) che si è migliorato molto nelle distanze del mezzofondo dello stile libero.

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Troppo poco, però, rispetto a quel che si è abituati e la situazione è ancora più evidente al femminile che, fatta eccezione per la rediviva Benedetta Pilato, non ci sono stati segni di grande vitalità. Un dato su cui i selezionatori dovranno riflettere anche relativamente alle mancate conferme di atleti che in vasca corta avevano fatto fuoco e fiamme e a Riccione nella piscina da 50 metri non si sono ripetuti. E’ il caso di Michele Lamberti, Matteo Rivolta, Simone Stefanì e Lorenzo Mora.

Certo, per alcuni hanno pesato alcuni problemi fisici (Lamberti) e per altri un ritorno a una tipologia di allenamento non facile da gestire (Mora e Rivolta), ricordando che la ISL era stata nel 2021 tra gli aspetti più positivi per gli azzurri, preparatisi praticamente gareggiando.

Una situazione, quindi, da ricostruire in vista degli impegni estivi, considerando che vi saranno anche gli Europei a Roma, ma ancor di più una programmazione per Parigi 2024 in cui non si può fare a meno di un ricambio generazionale adeguato.

Foto: LaPresse