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Salto con gli sci

Salto con gli sci, Pechino 2022: Slovenia oro tra le squalifiche nella gara a squadre mista, clamoroso bronzo del Canada

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Quello che è andato in scena a Pechino è stato forse uno degli spettacoli più surreali che si siano mai visti nella storia della disciplina del salto con gli sci. Nella prima gara a squadre mista della storia delle Olimpiadi Invernali, di chiaro e incontrovertibile c’è solo il risultato della prima classificata, la Slovenia. Un oro, questo, totalmente inattaccabile da qualunque punto di vista: è la squadra più completa in scena, con big sia uomini che donne. Nika Kriznar, Timi Zajc, Ursa Bogataj e Peter Prevc ottengono complessivamente 1001.4 punti, dominando fin dall’inizio tutto il dominabile.

Quanto succede dietro, però, ha dell’incredibile. Nella prima serie vengono squalificate, una dopo l’altra, Sara Takanashi, Katharina Althaus e Daniela-Iraschko-Stolz. Per tutte e tre le squadre coinvolte, e cioè Giappone, Germania e Austria, i sogni di gloria finiscono quasi subito, con Takanashi che, dopo il secondo salto, finisce in un pianto inconsolabile già all’atterraggio. In più, l’accaduto costa alla Germania direttamente l’accesso alla seconda serie (che non raggiunge nemmeno la Cina, ma per evidente mancanza di materiale umano). Infine, si è data di Iraschko-Stolz, un pezzo di storia del salto femminile, l’immagine di una che chiude la carriera olimpica in lacrime, l’ultimo dei modi in cui avrebbe desiderato concludere.

Nella seconda serie, invece, la scure delle tute irregolari colpisce la Norvegia, che si vede squalificare in un sol colpo Anna Odine Stroem e Silje Opseth, cioè le due rappresentanti femminili, rendendo del tutto inutili gli sforzi di Robert Johansson e Marius Lindvik, con i quali avevano chiuso al secondo posto nella prima serie.

https://www.oasport.it/2022/02/medagliere-olimpiadi-invernali-pechino-2022-italia-11ma-con-due-argenti-ed-un-bronzo/

Finisce così che l’argento e il bronzo siano realmente fuori dalle previsioni. Ma se è vero che la Russia una discreta qualità comunque ce l’ha di suo, con Irma Makhina, Danil Sadreev, Irina Avvakumova ed Evgeniy Klimov che sono competitivi (soprattutto gli ultimi due), e infatti non sorprende il totale di 890.3, quel che succede con la medaglia di bronzo ha del clamoroso. Se la prende infatti un Canada inatteso alla grande, con 844.6 punti e un grande Mackenzie Boyd-Clowes, che trascina Alexandria Loutitt, Matthew Soukup e Abigail Strate. E dire che il Giappone, spinto da quel mago di nome Ryoyu Kobayashi, va vicinissimo a compiere un’impresa fuori dall’ordinario, finendo quarto con 836.3 punti.

Seguono poi l’Austria a 818 punti, la Polonia (che paga la minor qualità sul fronte femminile) a 763.2, la Repubblica Ceca a 722.8 e la sventurata Norvegia a 708.9. Norvegia che, va detto, è rappresentata dalla faccia di Johansson una volta scoperta la squalifica di Stroem. La gara è finita, ma le discussioni sono appena cominciate (e non termineranno presto, si presume).

Foto: LaPresse