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Formula 1

F1, i promossi e bocciati del GP di Austin. “Guerre stellari” tra Verstappen e Hamilton. Bottas dalle stelle alle stalle

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Il Gran Premio degli Stati Uniti di Formula Uno si è risolto con il successo di Max Verstappen (Red Bull) davanti a Lewis Hamilton (Mercedes) e Sergio Perez (Red Bull). Un risultato che nell’economia del Mondiale ha permesso all’olandese di allungare a +12 sul britannico. Chi sono i promossi e i bocciati della gara di Austin? Andiamo a farci un giro

PROMOSSI

MAX VERSTAPPEN – Pronti, via e per lui si mette male, perché viene scavalcato da Hamilton e non può sfruttare il vantaggio della maggiore efficacia della sua RB16B con mescola media nello stint iniziale. E allora ha solo un’alternativa, aggredire l’avversario anticipando le soste per effettuare l’undercut e poi sperare di resistere sino al traguardo. Ci riesce alla perfezione e gli ultimi sei giri sono un capolavoro, perché impedire a Lewis di entrare in zona utile per attivare il DRS, pur con le gomme quasi finite, è un’impresa da fuoriclasse vero.

LEWIS HAMILTON – Avrà anche un’auto paurosa da sette anni, sarà anche fortunato, ma uno così ha un talento fuori dal comune. Ci ha provato in tutti i modi a battere Verstappen, ma non ce l’ha fatta. Con una partenza lampo ha annullato il vantaggio della Red Bull con le medie, ponendosi nella condizione di far saltare il banco. Alla fine si è dovuto inchinare comunque all’olandese, ma gli ha fatto sudare le proverbiali sette camicie. Questa sconfitta pesa, e tanto, nella corsa all’Iride. Cionondimeno, Lewis non poteva fare di più. Viene voglia di sperare che il Mondiale 2021 non finisca mai, perché questo duello è bellissimo.

SERGIO PEREZ – Si è messo a fare ciò che gli viene richiesto, ovvero il solido secondo. Verstappen e Hamilton sono di un’altra categoria, lui recita alla perfezione la parte dello scudiero nel primo giro (quando alza palesemente il piede per non dare fastidio a Max dopo la partenza), dopodiché disputa una gara solida e senza errori che gli consente di portarsi a casa il secondo podio consecutivo, un bel premio per chi ha dovuto gareggiare senza potersi idratare. Occhio, perché se Checo finisce così, Red Bull un pensierino al Mondiale costruttori può ancora farlo.

YUKI TSUNODA – Si merita una menzione, perché questa è, pound for pound, la sua miglior gara stagionale. Si tiene dietro Bottas finché può e arriva nono, guadagnandosi il ruolo di best of the rest dietro a chi ha per le mani una vettura top. Davvero bravo.

BOCCIATI

VALTTERI BOTTAS – Dalle stelle alle stalle. D’accordo, partire a centro gruppo non ha aiutato, però già sabato non ha brillato. Ieri, poi, non è stata particolarmente utile neppure la strategia Mercedes, ma il finlandese ha fatto veramente tanta fatica, soprattutto nell’effettuare sorpassi. Il sesto posto non può certo essere considerato un risultato soddisfacente, soprattutto alla luce della terza piazza di Sergio Perez.

MCLAREN – Battuta dalla Ferrari su tutta la linea! Daniel Ricciardo deve solo ringraziare la posteriore destra recalcitrante di Carlos Sainz se è riuscito a chiudere in quinta posizione, altrimenti sarebbe verosimilmente finito ben dietro allo spagnolo. L’australiano, infatti, non è neppure riuscito a prendere la targa di Charles Leclerc. Lando Norris invece si è dovuto accontentare di una mesta ottava posizione, ovvero l’ultima tra ch ha per le mani una vettura di vertice. Il vantaggio sulla Scuderia di Maranello è evaporato e il terzo posto nel Mondiale Costruttori in serio pericolo.

FERNANDO ALONSO – In Turchia prende una ruotata da Gasly alla partenza, si gira e si lamenta, dopodiché due minuti dopo va a tirare una ruotata all’incolpevole Mick Schumacher, mandandolo in testacoda. Ieri, invece, spinge volontariamente Räikkönen fuori pista, venendone comunque passato. Recrimina, ma due minuti dopo effettua un sorpasso oltre i track limits sull’altra Alfa Romeo… Viene il sospetto che faccia apposta, allo scopo di spingere la direzione gara a penalizzare chi gli fa un torto, senza preoccuparsi del fatto di danneggiare anche se stesso. Il risultato? Zero punti tra Istanbul e Austin (perché non sarebbero arrivati neppure se fosse giunto al traguardo).

KIMI RÄIKKÖNEN – Dispiace metterlo tra i “bocciati”, ma quel testacoda al penultimo giro ha rovinato una grandissima gara, facendo evaporare un punto che avrebbe avuto un peso specifico enorme.

Foto: La Presse