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US Open, Matteo Berrettini vale la top5 nel ranking ATP. Sempre (almeno) ai quarti negli ultimi tre Slam. E la Race…

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Le chiacchiere stanno a zero, parlano i numeri. L’affermazione è pertinente se ci si riferisce a Matteo Berrettini. L’azzurro, che da lunedì sarà n.7 del mondo, si sta conquistando sul campo quindici dopo quindici la consistenza del suo essere top-10 nel ranking ATP.

Il rendimento negli Slam in quest’annata l’ha visto giungere negli ottavi di finale degli Australian Open, costretto al ritiro senza giocare per un infortunio, ai quarti di finale al Roland Garros e a questi US Open e alla Finale di Wimbledon. Si parla, in totale, della quarta qualificazione ai quarti di un Major, ricordando le semifinale di New York del 2019.

Riscontri che certificano la grande continuità del romano, cresciuto molto nel corso del tempo fisicamente e dando un bell’impulso ai suoi punti di forza, ovvero il servizio e il dritto. Il valore dell’azzurro è ormai da top-5 se si prende in considerazione anche l’ATP Race, ovvero la graduatoria del rendimento relativa solo al 2021.

Seconda questa classifica Matteo è n.6, ma vicinissimo al russo Andrey Rublev. Superarlo significherebbe battere Novak Djokovic (n.1 del mondo) a New York nei quarti e non è cosa facile. Nei precedenti che ci sono stati ha sempre vinto Nole, ricordando i quarti di finale al Roland Garros e l’atto conclusivo a Wimbledon.

L’azzurro vorrebbe invertire il trend per dimostrare a tutti ancor di più il proprio valore, che comunque è già straordinario se si considerano le 33 vittorie e le 8 sconfitte nel 2021 e i 12 successi e i 2 ko negli Slam (non considerando l’uscita di scena degli Australian Open per il ritiro citato).

Foto: LaPresse

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