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Ciclismo

Chi è Elisa Balsamo: campionessa del mondo e talento eclettico, dalla pista alla strada

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In un anno sempre più incredibilmente tinto d’azzurro, non poteva mancare anche il sigillo del ciclismo femminile, peraltro atteso da dieci, lunghissimi anni. A Leuven (Belgio) Elisa Balsamo si è laureata campionessa del mondo, finalizzando come meglio non avrebbe potuto un lavoro encomiabile da parte delle compagne. Se l’Olanda poteva contare su un autentico Dream Team, è l’Italia ad aver dimostrato di poter contare sulla squadra di gran lunga migliore. Perché anche in uno sport individuale come il ciclismo non vinci senza coesione ed unità d’intenti. Oggi il gruppo tricolore ha inflitto una vera e propria lezione ad avversarie fin troppo sicure dei propri mezzi, che a tratti si sono persino date battaglia al proprio interno (ad esempio nel finale, quando proprio l’Olanda ha chiuso il tentativo di attacco di Annemiek Van Vleuten).

A 23 anni Elisa Balsamo è in cima al mondo, di sicuro non per caso. Stiamo parlando di un talento eclettico naturale, ennesimo esempio di come nel ciclismo moderno non si possa più in alcun modo rinunciare alla multidisciplinarietà. Nonostante sia giovanissima, da anni rientra nel novero delle migliori pistard al mondo, senza dimenticare che già nel 2016 vinse la medaglia d’oro su strada ai Mondiali juniores di Doha, mentre nel 2020 trionfò agli Europei U23. Che sia una grandissima velocista è fuori discussione. Con il tempo e l’esperienza è cresciuta a dismisura anche su strappi e salite di media lunghezza (e il 7° posto al Trofeo Binda lo testimonia), diventando a tutti gli effetti una candidata alle principali Classiche internazionali. Sinora le era mancato il vero acuto in una stagione con svariati piazzamenti di prestigio e la sola affermazione nel GP Oetingen nello scorso mese di marzo: oggi il capolavoro che cambia la vita, ennesima gemma di un’Italia che vince ovunque e che, soprattutto, non è mai sazia.

L’apoteosi odierna spazza via la grande delusione delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo scorso 8 agosto l’azzurra partiva quanto meno tra le pretendenti al podio nell’omnium, ma è innegabile che fosse pronta anche a giocarsi il metallo più prezioso. Una caduta nello scratch la mise fuori dai giochi (letteralmente…), rimandando l’appuntamento a Parigi 2024. Balsamo si era conquistata la fiducia del ct Dino Salvoldi a discapito dell’altra stellina della Nazionale italiana, Letizia Paternoster. In silenzio e senza la luce dei riflettori, la nativa di Cuneo è migliorata lentamente, ma gradualmente anno dopo anno. Ha colmato le lacune, riuscendo ad aggiungere grandi doti di fondo ad una velocità di base già eccezionale. Di fatto, è diventata una ciclista completa, scalando rapidamente anche le gerarchie azzurre.

Nel ciclismo su pista Elisa Balsamo vanta due titoli europei ed un argento nell’inseguimento a squadre, un bronzo continentale nell’omnium, due bronzi ai Mondiali nella madison e con il quartetto. Un palmares già di tutto rispetto, ma con diversi traguardi ancora da raggiungere, su tutti quella medaglia a cinque cerchi che il destino le ha beffardamente sottratto nel Sol Levante. Da diverse stagioni il movimento femminile italiano produceva talenti a getto continuo; mancava però quell’affermazione totale in una gara Elite che potesse realmente chiudere un cerchio e, perché no, fungere da prima pietra nel dar vita ad un ciclo vincente. Elisa Balsamo si candida al ruolo di trascinatrice di un nuovo corso azzurro. Un’Italia vincente ed in grado di creare sempre più grattacapi alla non infallibile Olanda.

Foto: Lapresse

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