Seguici su

Senza categoria

Wimbledon 2021, Matteo Berrettini orgoglio d’Italia! Leggendaria finale, Hurkacz si inchina in 4 set

Pubblicato

il

Un italiano in finale a Wimbledon non c’era mai stato. Un azzurro in una finale Slam, in Era Open, al maschile non lo si vedeva da Adriano Panatta (che, per un curioso scherzo del destino, oggi compie 71 anni) al Roland Garros 1976. Matteo Berrettini giocherà per la prima volta la finale di uno dei quattro tornei maggiori, sul campo più celebre e importante del mondo, il Centre Court dei Championships. Hubert Hurkacz è costretto alla resa: 6-3 6-0 6-7(3) 6-4, 2 ore e 36 minuti la durata di un momento che si riassume, per il tennis del nostro Paese, con il solo vocabolo di storia. Ora Berrettini aspetterà Novak Djokovic o Denis Shapovalov: il serbo è alla caccia della sua settima finale sui sacri prati, il canadese anch’egli alla ricerca di una prima volta assoluta.

I primi due game servono quasi a presentare al Centre Court i due protagonisti, che tengono il servizio a zero. Le cose cambiano già dal quarto, con Hurkacz che è impreciso e offre tre palle break a Berrettini, annullate però dal polacco senza che ci sia da recriminare. Sul 2-3 arrivano i primi punti persi al servizio da romano, che poi è costretto ai vantaggi e a una pericolosa palla break, giunta con una bella volée alta di Hurkacz. Una gran prima al corpo toglie dai guai il numero 1 d’Italia, che poco dopo, tra dritti violenti e un paio di nastri benevoli, ritorna ad avere la chance dell’allungo. Stavolta al polacco non riesce la spinta sul rovescio di Berrettini, che anzi lo manda fuori posizione prendendosi il break. Nel giro di pochi minuti, sul 5-3 30-30, un dritto sbagliato dal giustiziere di Federer regala all’italiano un set point, e allo stesso modo si chiude il parziale in 35 minuti.

Quello che accade nei successivi 23 minuti ha molto a che fare con la psicologia del tennis: Hurkacz, semplicemente, stordito dalla situazione, non riesce più a trovare nessuna soluzione utile. Ne approfitta Berrettini, a quel punto in grande fiducia: 12 dei primi 13 punti del secondo set sono suoi. Il polacco prova a variare con il servizio e volée, ma senza successo: 4-0 per l’azzurro. C’è un tentativo di reazione, che vuol dire palla break (30-40), ma il romano serve fin troppo bene per togliersi dai guai; la conseguenza è che, poco dopo, un doppio fallo sul 30-30 (con annesso challenge che aveva ridato a Hurkacz la prima) offre la chance del doppio vantaggio a Berrettini. Il ringraziamento è puntuale: contropiede di dritto, due set a zero. Il dato dei punti dice tutto: 25-8 per la testa di serie numero 7.

Dopo undici game consecutivi vinti dal romano, Hurkacz riesce a interrompere la serie negativa con un bel servizio e volée sottolineato dal pubblico anche per il semplice fatto di riavere qualcosa di lottato. In linea generale, il terzo parziale non si presta a particolari emozioni lungo il suo svolgimento, se non per una scivolata a testa (senza conseguenze), almeno fino al 5-4, il momento in cui il polacco si trova a dover servire per restare nel match. Berrettini, con due passanti, recupera da 40-15 a 40 pari, si trova per due volte a due punti dalla vittoria, ma è il polacco a concedere poco e, prendendo la rete, a prendersi il 5-5. Altro game lottato sul 6-5 dell’italiano (che torna in altre due occasioni a due punti dalla finale), ma è tie-break, dove Hurkacz si issa subito sul 4-0 in gran parte grazie a una gran risposta nel primo punto e a una volée sul nastro dell’attuale numero 9 del mondo. In sostanza, le questioni si chiudono lì: il vincitore di Miami riapre il match con il 7-3. Sale per il polacco il numero dei punti vinti a rete (13/20), sale anche quello di quelli vinti con la prima (17/20, l’85%).

Reazione veloce, e di altissimo livello, di Berrettini: nel primo game si fa molto aggressivo con il dritto, guadagna due palle break, tiene con il rovescio e costringe Hurkacz all’errore proprio con quello stesso dritto. Si fa sicura l’azione del romano, prima di tutto in momenti come il 3-1 e 40-0 sul servizio del polacco, in cui recupera fino al 40-40. L’avversario prova a incidere in risposta, sale sul 30-30 nel sesto gioco, ma in quel momento non riesce ad andar oltre, facendo poi ricorso a buone prime per non perdere contatto. Sul 5-3 il classe ’97 polacco si ritrova a subire, sul 30-30, il dritto verso l’incrocio delle righe di Berrettini che vale il match point, cancellato con un’incontrollabile prima esterna e allungando poi ancora il confronto.

L’azzurro serve per il match e comincia il decimo gioco con il primo doppio fallo in tutta la giornata, seguito da una volée di dritto che viene aiutata dal nastro a passare. Segue una violenta prima centrale con smash facile, e sull’ace numero 22 arrivano i primi due match point. In realtà ne basta uno: gran prima, risposta che se ne va e braccia al cielo. Qualcosa di storico accade sul Centre Court, nella forma del primo italiano in tutta la storia del tennis a raggiungere la finale dei Championships, il secondo a livello Slam maschile e il sesto comprendendo anche le donne. 22 ace, 60 vincenti, 18 gratuiti, il 63% di prime in campo, l’86% di punti vinti con la prima, si riassumono in un’unica emozione. E nel fatto che, domenica 11 luglio, Matteo Berrettini sarà lì, in campo. Da protagonista.

Foto: LaPresse

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *