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Ciclismo

Tour de France 2021: va via la fuga nella dodicesima tappa, vince Nils Politt. Gruppo lontano

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Giornata che può essere chiamata di trasferimento quella odierna al Tour de France 2021. Dodicesima tappa: 159,4 chilometri da Saint-Paul-Trois-Châteaux a Nîmes che sarebbero stati favorevoli ad un’eventuale volata, ma hanno visto la fuga prendere il largo. Ad imporsi, agguantando il secondo successo da professionista, è Nils Politt (BORA – hansgrohe).

La fuga di giornata è andata via praticamente subito, dopo circa una ventina di chilometri. All’attacco tredici uomini: André Greipel (Israel Start-Up Nation), Edward Theuns (Trek – Segafredo), Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step), Imanol Erviti (Movistar Team), Nils Politt (BORA – hansgrohe), Stefan Küng(Groupama – FDJ), Stefan Bissegger (EF Education – Nippo), Connor Swift (Team Arkéa Samsic), Harry Sweeny (Lotto Soudal), Brent Van Moer (Lotto Soudal), Luka Mezgec (Team BikeExchange), Sergio Henao (Team Qhubeka NextHash) e Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies).

Il plotone, vista la presenza anche di Alaphilippe e l’assenza di uomini pericolosi in chiave classifica, non ha visto il lavoro delle squadre dei velocisti o della Maglia Gialla e dunque ha lasciato tantissimo spazio. Margine massimo che ha superato anche i 15′.

A 50 chilometri dall’arrivo sono saltati gli accordi tra i fuggitivi e in molti hanno provato ad attaccare. È andato via un tentativo di quattro corridori: Harry Sweeny (Lotto Soudal), Stefan Küng (Groupama – FDJ), Nils Politt (BORA – hansgrohe) e Imanol Erviti (Movistar Team), che hanno guadagnato sui rivali una trentina di secondi.

A 11 dal traguardo bellissima azione di Politt che si è rivelata decisiva: il teutonico ha notato un po’ di stanchezza nei compagni d’avventura e li ha staccati in pianura, involandosi verso il traguardo. Gioia a braccia alzate per il tedesco, beffati Erviti e Sweeny. A completare la top-5 Kung e Mezgec. Il gruppo dei migliori è giunto a circa 15′, nessun patema per il leader della classifica Tadej Pogacar.

Foto: Lapresse

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