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F1, GP di Giappone, Brasile e Messico a rischio. Ipotesi Mugello? Suggestione Sepang e Indianapolis

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La Formula Uno ha sinora disputato nove Gran Premi senza grossi scompensi relativi alle problematiche generate dal Covid-19. L’unica gara cancellata, il GP di Canada, è stata prontamente recuperata con un double header a Spielberg dopo che si è dovuto rinviare il rimpiazzo originario, ovvero il Gran Premio di Turchia. Quest’ultimo è però stato riprogrammato per il 3 ottobre, stavolta come sostituto del GP di Singapore, stralciato proprio a causa della pandemia.

Tuttavia, la fase più “calda” del calendario è proprio quella di ottobre-novembre, poiché almeno tre gare sono considerate a fortissimo rischio. Parliamo dei Gran Premi di Giappone (10 ottobre), Messico (31 ottobre) e San Paolo (7 novembre). Su Suzuka si addensano nuvoloni neri proprio in virtù delle recenti notizie provenienti dal Paese nipponico. I Giochi olimpici di Tokyo si disputeranno a porte chiuse, mentre le gare della MotoGP e del WEC previste rispettivamente a Motegi e al Fuji proprio a ottobre sono state annullate. Ora come ora l’appuntamento di F1 resiste, ma ci sono grossi punti di domanda in merito alla possibilità che possa effettivamente andare in scena. Al tempo stesso, i Gran Premi programmati a Mexico City e San Paolo vengono ritenuti quantomeno improbabili, data la situazione in cui versano Messico e Brasile.

Dunque, si stanno cercando delle alternative. Nei giorni scorsi Stefano Domenicali, amministratore delegato della F1, ha spiegato che si sta lavorando per garantire tutti e 23 i Gran Premi in programma. Certo è che si rischia di dover riempire quattro buchi, perché non va dimenticato come non sia ancora stato comunicato il sostituto del GP d’Australia, inizialmente rinviato al 21 novembre, ma ora definitivamente cancellato.

Al momento si vocifera di un double header a Austin, in Texas, allo scopo di tamponare l’eventuale forfait di Messico e Brasile. Al tempo stesso, viene dato praticamente per scontato un ritorno in Bahrain, dove si è già corso il GP d’apertura lo scorso 28 marzo, allo scopo di avere un trittico finale in Medio Oriente (i Gran Premi di Arabia Saudita e Abu Dhabi non sono considerati a rischio).

Così facendo si avrebbero 21 gare, ma non è escluso che se ne possano avere davvero 23. Il Giappone potrebbe essere sostituito da una gara europea (nel qual caso Mugello e Nürburgring sarebbero in pole position), oppure da un appuntamento asiatico. Chissà che non possa tornare in auge Sepang. Dopotutto, l’autodromo malese ha in programma la MotoGP il 24 ottobre. Inoltre c’è chi vocifera la possibilità di una terza gara in America, precisamente a Indianapolis.

Insomma, nonostante le sfide poste dal Covid-19, la Formula Uno sembrerebbe avere a diposizione svariate opzioni per garantire lo svolgimento di una stagione con un numero di gare pari a quello programmato a marzo. Se così fosse, sarebbe un successo organizzativo clamoroso, ma già mandarne eventualmente in scena 21 su 23 rappresenterebbe un traguardo rimarchevole.

Foto: La Presse

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