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MotoGP, Valentino Rossi e la nuova dimensione dell’obiettivo zona punti

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Per Valentino Rossi le difficoltà sono ormai croniche. In qualifica il Dottore è sprofondato nei bassifondi della classifica e non riesce in alcun modo a tirarsi fuori dalle attuali sabbie mobili. Anche quest’oggi, a Jerez de la Frontera, mentre i compagni di marca Fabio Quarataro e Franco Morbidelli si sfidavano all’arma bianca per la pole position, il quarantaduenne di Tavullia ha dovuto accontentarsi di una mesta diciassettesima posizione, che domani lo farà scattare dalla sesta fila e, ovviamente, gli imporrà obiettivi decisamente più modesti di quelli a cui era abituato a lottare in un passato neppure troppo lontano.

Francamente, per Rossi ora come ora è difficile individuare un traguardo più ambizioso dell’ingresso in zona punti. Il podio e le posizioni subito a ridosso sono lontani anni luce e persino la top-ten non appare semplicissima da raggiungere. Al riguardo, va rimarcato come l’ultima presenza nelle prime dieci posizioni risalga addirittura al settembre del 2020, quando Valentino concluse al 4° posto il Gran Premio di San Marino. Da quel momento è cominciata una spirale negativa senza precedenti, composta da nove gare durante le quali sono arrivati solamente tre piazzamenti in zona punti (tutti dodicesimi posti) e ben cinque ritiri, di cui quattro a causa di cadute.

Questo Dottore crepuscolare soffre tremendamente in pista e non è in alcun modo in grado di essere competitivo per le posizioni che contano. Si sperava che il tracciato di Jerez de la Frontera, storicamente amico del tavulliese, potesse ridargli un po’ di verve. Invece la situazione non è poi così dissimile da quella di Losail e Portimao. La Yamaha con il numero 46 è la meno competitiva in assoluto e si trova in una dimensione completamente diversa rispetto a quella di chi, domenica, è destinato a lottare per il successo.

Rossi sarà costretto a “giocare di rimessa”, cercando di replicare quanto fatto in Portogallo due settimane orsono. Nel contesto lusitano, prima di cadere Valentino era cresciuto di colpi con il passare dei chilometri, tanto da arrivare a tenere un ritmo interessante che gli avrebbe consentito di lottare per l’ingresso nei dieci. Fare di più, in questo momento, è impossibile. Per arpionare un piazzamento di prestigio sarà fondamentale tenersi lontano dai guai ed evitare errori, correndo appunto in difesa. Così si può comunque fare discretamente bene e i Gran Premi precedenti lo dimostrano. A Losail-2 Brad Binder ed Enea Bastianini si sono classificati rispettivamente ottavo e undicesimo pur partendo dalla diciottesima e diciannovesima casella. A Portimao un dolorante Nakagami è arrivato decimo nonostante si fosse installato in ventunesima (e ultima) piazza sulla griglia.

Insomma, risalire la china, seppur parzialmente, è possibile. In questo 2021 ci sono riusciti piloti partiti più indietro e pure in condizioni fisiche precarie. Potrà farcela anche il Dottore, quantomeno per realizzare una prova d’orgoglio dopo un inizio di stagione da incubo? Al di là dei 42 anni di età, fa davvero male vedere un centauro capace di vincere sette titoli mondiali nella classe regina mestamente diciannovesimo nell’attuale classifica iridata. Qualche punto a Jerez sarebbe una piccola iniezione di fiducia. Non sarà granché, ma ora come ora non si butta via nulla.

Foto: MotoGPpress.com

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