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Ciclismo

Giro d’Italia, perché la modifica della tappa ha favorito la Ineos-Grenadiers. Probabilmente Bernal avrebbe vinto comunque, ma..

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Egan Bernal è parso essere due gradini sopra la concorrenza nell’odierna Sacile-Cortina d’Ampezzo, sedicesima tappa del Giro d’Italia 2021. Al contrario, però, la sua Ineos non ha affatto brillato. Appena è iniziato il Giau, infatti, tutti i suoi compagni di squadra, stremati dal forcing di Simon Carr della EF Education-Nippo, hanno alzato bandiera bianca. Solo Daniel Martinez è riuscito a rimanere al suo fianco, ma anche il connazionale di Egan, oggi, non ha impressionato, tanto che ha concluso la frazione al tredicesimo posto, staccato da tutti gli altri uomini di classifica.

Viene da chiedersi, dunque, cosa sarebbe potuto succedere se i corridori, come era in programma inizialmente, avessero affrontato, oltre al Giau, anche il Fedaia e il Pordoi. Sicuramente per la Ineos sarebbe stato molto più complicato controllare la fuga del mattino, della quale faceva parte anche un uomo pericoloso quale Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step). Senza quelle due erte, sono bastati Filippo Ganna e Salvatore Puccio per non lasciare troppo margine ai battistrada, ma i due azzurri, su un terreno a loro meno congeniale quale l’alta montagna, non sarebbero stati capaci di fare un lavoro così efficace.

Bernal, dal canto suo, si sarebbe trovato isolato molto prima. Questo, però, avrebbe anche potuto portare a un attacco da lontano del colombiano. Lo stesso Egan, peraltro, durante l’intervista post gara, ha dichiarato che avrebbe preferito la tappa originale, dato che voleva esibirsi in un autentico show. D’altronde, Bernal, non ha mai digerito il fatto che la tappa in cui conquistò la maglia gialla al Tour de France di due anni fa venne interrotta, mentre era solo in testa e lanciato verso l’impresa, proprio a causa del maltempo.

Ad ogni modo, sicuramente le altre squadre sono state penalizzate di più rispetto alla Ineos. Pensiamo, ad esempio, a una Bahrain Victorious, la quale avrebbe potuto orchestrare un attacco sulla discesa del Fedaia, o su quella del Pordoi, con Caruso e Pello Bilbao. Il nuovo tracciato della tappa, invece, ha reso impensabile qualsiasi tipo di movimento prima del Giau e, ovviamente, per gli altri è diventato impossibile inventarsi qualche stratagemma per evitare il testa a testa con Bernal sull’ultima erta di giornata.

Foto: Lapresse

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