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MotoGP, Pol Espargarò: “Giocavo a calcio, non sarei un pilota senza Aleix”

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Il motomondiale procede incessante, e tra i protagonisti c’è ancora una volta lo spagnolo Pol Espargarò, che in sella alla sua Honda ha conquistato un ottavo ed un tredicesimo posto nel doppio Gran Premio in Qatar, sul circuito di Losail.

Nelle scorse ore, Pol si è raccontato ai microfoni di Marca, parlando del suo rapporto con il fratello Aleix, anche lui professionista, che lo ha portato a salire in moto. Senza dubbio, non sarei stato un motociclista senza AleixTe lo posso garantire perché giocavo a calcio, facevo il portiere. E mi piaceva lo stesso o più delle motociclette. Ma mio fratello era il malato che scendeva per strada. Camminava a malapena e voleva già salire su una moto. Ce l’aveva molto di più nel sangue e anche mio padre era matto per le motociclette. Senza dubbio, mi sarei rotto meno ossa, ma se sono dove sono è perché volevo seguire la linea di mio fratello maggiore“.

Dopo una lunga trafila in KTM, ecco l’approdo alla Honda, in quello che sembra un vero e proprio sogno realizzato dal nativo di Granollers. “Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo con la Honda – prosegue Pol -. Ora ho l’opportunità di guidarla e divertirmi. È evidente che le età stanno cambiando, i piloti, le squadre, le moto stanno migliorando, peggiorando e questo oscilla molto. Ma per me era l’ultimo passo da fare in MotoGP“.

Foto: MotoGP.com Press

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