Seguici su

MotoGP

MotoGP, obiettivo zona punti per Valentino Rossi. Così è dura andare avanti

Pubblicato

il

Scrivere di Valentino Rossi sta francamente diventando malinconico. Il Dottore è stato uno dei più grandi interpreti del Motomondiale, poiché in passato, oltre a mietere successi a raffica, ha saputo scrivere pagine indelebili di storia. Per esempio, il titolo iridato conquistato nel 2004 rimarrà per sempre una delle imprese più clamorose di ogni epoca. Diciassette anni fa, il fuoriclasse di Tavullia dimostrò che il pilota poteva contare ancora più del mezzo meccanico. Infatti all’epoca scelse di abbandonare la potenza egemone del circuito per legarsi a una Casa in piena crisi e ormai incapace di primeggiare da oltre un decennio. Appena arrivato alla corte dei tre diapason, Valentino ha consentito alla Yamaha di tornare a vincere e di ribaltare completamente i rapporti di forza con la storica rivale Honda, dalla quale era sovrastata ormai da tempo immemore.

Eppure, quel Rossi capace di fare al differenza in ogni condizione non esiste più. Il rendimento fornito in questo momento dal Dottore non solo non è all’altezza del suo blasone, ma neppure di quello calibrato su un comprensibile calo fisiologico dovuto all’età avanzata. Già, perché la longevità agonistica è stata eccezionale, ma bisogna prendere atto che se il Valentino trentaseienne era competitivo per conquistare il Mondiale e quello trentanovenne era ancora in grado di chiudere la classifica iridata nelle prime tre posizioni grazie all’esperienza e alla costanza di rendimento, il Dottore quarantaduenne si trova ad arrancare tristemente nelle retrovie di una categoria che, in passato, ha saputo dominare.

A Losail il veterano di Tavullia ha dovuto incamerare la peggior performance in qualifica della carriera, realizzando il 21° tempo su 22 concorrenti. Oggi, a Portimao, è andata di poco meglio, poiché Rossi ha firmato la 17ma prestazione cronometrica. Considerando come gli incidenti abbiano impedito a Jorge Martìn e Takaaki Nakagami di prendere parte alle qualifiche, questo vuol dire che il numero 46 per antonomasia si sia lasciato alle spalle solo le due Ktm del team Tech3 e l’Aprilia di Lorenzo Savadori. Davvero troppo poco per giudicare positivamente la giornata odierna. Peraltro è anche venuto meno l’alibi della difficoltà generalizzata del team Petronas, perché Franco Morbidelli, dotato di una moto meno evoluta di quella di Valentino, si è issato sino al posto e domenica si giocherà il podio. Il Dottore, invece, non ha ambizioni diverse rispetto all’ingresso in zona punti.

Ci mancherebbe altro che non arrivi almeno qualche punticino, in quanto domani nella migliore delle ipotesi si partirà in 21. Se poi Nakagami dovesse alzare bandiera bianca, allora avremmo solamente venti moto alla partenza. Chiudere nei primi quindici per chi, nell’arco della sua carriera, è salito 199 volte sul podio nella classe regina, sarebbe davvero il minimo sindacale.

La speranza è che in qualche modo Valentino possa davvero ritrovare il bandolo di una matassa sempre più ingarbugliata e informe. Chissà che i progressi del compagno di squadra Morbido non possano indirizzarlo nella direzione giusta, in maniera tale da permettergli di alzare l’asticella quanto basta per provare a interrompere la sequenza di gare consecutive al di fuori della top-ten. Non sarebbe granché, ma quantomeno rappresenterebbe il segnale di un’inversione di tendenza. Non va infatti dimenticato come Rossi abbia mancato le prime 10 posizioni negli ultimi otto GP a cui ha preso parte, mentre in precedenza non avesse mai superato la quota delle tre competizioni di fila lontano dalla top-ten. Portimao 2021 farà salire il conteggio a quota nove, o la nefasta sequenza verrà interrotta?

Foto: MotoGP.com Press

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *