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Ciclismo

Liegi-Bastogne-Liegi 2021: Tadej Pogacar Messia del nuovo ciclismo. Fenomeno da corse a tappe e classiche

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A neanche ventitré anni, Tadej Pogacar vanta ventitré successi tra i professionisti e, dopo oggi, nel suo palmares, oltre al Tour de France, troviamo anche la Liegi-Bastogne-Liegi. Se escludiamo Andy Schleck, che il grande giro francese lo conquistò solo a tavolino dopo la squalifica di Alberto Contador nel 2010, per trovare un corridore capace di vincere, in carriera, sia la Grande Boucle che la Doyenne dobbiamo tornare al Tasso Bernard Hinault.

Ma corridori come Pogacar, in effetti, non si vedevano dai tempi dello stesso Hinault, di Laurent Fignon e di Greg Lemond. Il fuoriclasse sloveno è fortissimo in salita e a cronometro, ma possiede anche lo spunto veloce necessario per battere uno come Alaphilippe allo sprint. Oltretutto, Tadej ha delle doti di fondo e recupero assolutamente fuori dal normale che gli permettono di eccellere nelle gare di tre settimane e di poter spendere molte più energie dei rivali, senza correre il rischio di andare in crisi, ogni volta che attacca il numero alla schiena.

Lo sloveno, però, è anche un’eccellenza nelle piccole cose. Pogacar è un asso a muoversi in gruppo, sa farsi trovare sempre nelle prime posizioni e non cade praticamente mai. In sostanza parliamo di un corridore pressoché privo di punti deboli. Non a caso, quest’anno sono più le gare che ha vinto, tra quelle a cui ha partecipato, che non quelle che ha perso. Tadej, in questa prima parte di stagione, ha conquistato l’UAE Tour, la Tirreno-Adriatico e, appunto, la Doyenne, mentre è stato sconfitto solo alla Strade Bianche e al Giro dei Paesi Baschi.

Tadej, paradossalmente, da professionista si è rivelato ancor più forte di quanto non sembrasse da U23. Questo poiché i chilometraggi dei grandi lo esaltano particolarmente. Più le gare sono dure e più lui va forte. A questo punto, non ci resta che la curiosità di vederlo su l’unico terreno sul quale ancora non si è misurato: il pavé. Considerando che già l’anno scorso aveva in programma, in un primo momento, di fare il Giro delle Fiandre, forse non è troppo campata in aria l’idea che, un giorno, lo vedremo davanti anche nelle classiche del nord. D’altro una cosa di Tadej Pogacar è ormai chiara a tutti: non si pone limiti.

Foto: Lapresse

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