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Biathlon

“Lisa Vittozzi tornerà la tigre del passato. Le 10 medaglie ai Mondiali giovanili? Merito del clima in squadra” ‘Bersaglio Mobile’ con Renè Laurent Vuillermoz

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La Coppa del Mondo di biathlon ha cominciato il proprio rush finale. Nove Mesto na Morave è stata teatro della terz’ultima tappa stagionale e, nel weekend, ospiterà anche il penultimo appuntamento dell’inverno 2020-21. In campo maschile infuria la lotta per la Sfera di cristallo tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid, letteralmente testa a testa per la conquista della classifica generale. Fra le donne, invece, Tiril Eckhoff ha allungato ulteriormente e sembra indirizzata verso la prima Coppa del Mondo della carriera. In casa Italia le cose migliori sono state realizzate dalle donne, in particolare da Lisa Vittozzi, tornata sul podio dopo oltre un anno. Andiamo dunque ad analizzare quanto accaduto a Nove Mesto in compagnia di René Laurent Vuillermoz nell’undicesima puntata della rubrica di approfondimento “Bersaglio Mobile”. Non si disdegna neppure uno sguardo ai Mondiali giovanili dove la squadra azzurra ha ottenuto svariate medaglie.

Renè, partiamo proprio dai Mondiali junior e youth di Obertilliach. Per l’Italia sono stati un trionfo. Non sono arrivati ori, ma gli azzurri hanno raccolto la bellezza di 10 medaglie tra le due categorie. Cosa ci dici in merito, tu che sei sempre molto attento all’ambito giovanile?
“Sicuramente sono dei Mondiali da ricordare perché è una manifestazione in cui abbiamo ottenuto tantissimo. Si tratta di un fatto molto importante, poiché c’è in gioco il futuro del movimento. Bisogna fare un plauso a Mirco Romanin, in quanto secondo me i risultati sono la diretta conseguenza dell’ambiente che lui è riuscito a creare. Il clima in squadra è sereno e tranquillo, perché Mirco è un personaggio veramente atipico nel mondo dei tecnici del biathlon italiano, essendo disposto a sedersi a un tavolo per parlare con gli atleti. È aperto al dialogo e al confronto, inoltre sa mettere alla luce del Sole la programmazione e ciò che vuole fare. Con lui si può discutere tranquillamente, senza nessuna paura e senza alcun problema. Sta facendo un grandissimo lavoro e ne possiamo apprezzare i frutti”.

Se dovessi chiederti qualcosa in più sui risultati? Partiamo dalla categoria youth, che è quella dove l’Italia ha raccolto di più con ben 6 medaglie tra settore maschile e femminile.
“Guarda, sugli youth non ti dico proprio niente! Primo perché è ancora troppo presto per trarre conclusioni, secondo perché le prestazioni vanno prese con le molle. Infatti in questa categoria tante nazioni o non sono presenti, oppure fanno già gareggiare i loro giovani più forti al piano superiore. Comunque ben vengano le sei medaglie, perché in passato raramente sono arrivate!”

Va bene, non ti vuoi sbilanciare, allora passiamo agli junior, dove tra le ragazze sono arrivate quattro medaglie su quattro gare. Tuttavia anche i maschi non hanno demeritato. I tuoi pensieri al riguardo?
“Qualcosa di buono c’è, speriamo di riuscire a coltivarlo bene, senza creare troppe aspettative o responsabilizzare eccessivamente gli atleti. Soprattutto, cerchiamo di non bruciarli con programmazioni esagerate, ma facendoli lavorare con criterio, in maniera tale da permettere loro di crescere in maniera proficua. Non bisogna ripetere gli errori del recente passato, perché per esempio il 1997 era un’annata che prometteva benissimo, ma ora come ora fatica a emergere a livello senior”.

René, va bene tutto, ma non puoi parlare solo per perifrasi! Sembri un democristiano della Prima Repubblica! Adesso non vado più avanti se non mi dici qualcosa di più concreto su uno junior e una junior a tua scelta.
“Mi tiri proprio per i capelli! Va bene, allora dico che secondo me Rebecca Passler potrà fare bene in futuro. Non parte con le stimmate di predestinata come Dorothea Wierer o Lisa Vittozzi, ma è una ragazza capace di lavorare in maniera tranquilla e silenziosa. Queste sono caratteristiche grazie alle quali si può fare tanta strada. Fra gli uomini sono dell’idea che David Zingerle possa diventare un buon atleta. Ogni tanto ha dei passaggi a vuoto, però è ancora acerbo e ha margine per crescere. Anche lui potrà fare bene. Però adesso basta, quello che dovevo dire l’ho detto! Passiamo ai senior!”.

Allora cominciamo dalle donne. Coppa del Mondo finita? La impacchettiamo e la spediamo a casa di Tiril Eckhoff?
“Sì, la penso come te. Eckhoff si sta dimostrando troppo superiore alla concorrenza. È su una nuvola al tiro, mentre sugli sci è sempre andata forte. Le mancava la continuità al poligono, ma una volta trovata quella, è diventata ingiocabile per tutte le altre”.

Certo che la sua metamorfosi ha dell’incredibile. Nella sprint di sabato ha saputo cercare e trovare lo zero, una qualità che in passato non era certo nel suo bagaglio tecnico. Cosa è cambiato rispetto alla Eckhoff del recente passato?
“Con tutta probabilità l’arrivo di Patrick Oberegger le ha fatto bene. Evidentemente lui ha saputo darle la fiducia in sé stessa di cui aveva bisogno per effettuare il salto di qualità decisivo al poligono. Aveva già fatto tanto con Dorothea Wierer, la cui predisposizione per il tiro era però innata. Tanto di cappello per essere riuscito a replicare un lavoro di alta qualità con altre meno dotate naturalmente sotto questo punto di vista”.

Capitolo Italia, cosa possiamo dire sul settore femminile azzurro?
“Si tratta di una tappa molto importante per Lisa Vittozzi, che ha visto di poter essere ancora donna da podio e che il suo posto dovrebbe essere quello. Lo dico per l’ennesima volta e mi rendo conto di essere ripetitivo, ma secondo me serve solo un po’ di pazienza. Lisa sa benissimo dove deve lavorare e cosa deve fare per tornare al livello del 2018-19. A mio modo di vedere si sta già muovendo in questa direzione e il podio sulla sprint deve darle ulteriore fiducia per spingerla a imboccare definitivamente la strada che vuole intraprendere allo scopo di tornare quella del passato. Sei lei sarà tranquilla con sé stessa ce la farà sicuramente, perché la sua natura è quella di essere una tigre e tornerà tale”.

Passiamo agli uomini. Prosegue la sfida per la Sfera di cristallo tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid. Al netto degli scarti, tra loro ci sono solo 2 punti.
“Sicuramente la prossima sarà una settimana molto divertente. Spero che il meteo non cambi e che le gare possano essere regolari come quelle degli ultimi giorni, perché questa Coppa del Mondo maschile è uno spettacolo. È ovvio che se Bø dovesse pareggiare le percentuali di Lægreid, allora vincerà Johannes perché va più forte sugli sci. Però è tutta la stagione che sta sparando peggio di Sturla. Io, sinceramente, spero che le percentuali non cambino, perché così ci si divertirà fino alla fine!”

Altro da segnalare?
“Permettimi di sottolineare la vittoria di Simon Desthieux, perché se l’è meritata e finalmente è riuscito a sfatare questa maledizione. Era il più grande piazzato in attività, ma grazie a un fantastico ultimo giro è stato in grado di scrollarsi di dosso questa scomoda etichetta. Inoltre vorrei fare i complimenti a Emilien Jacquelin che dopo aver visto l’inferno nelle sessioni di tiro a terra nella mass start di Pokljuka e nella staffetta di Nove Mesto è stato capace di reagire e a ritrovare lo zero. Probabilmente non sa neanche lui cosa è successo, ma ciò che conta è di essere riuscito a scacciare subito i demoni che potevano installarsi nella sua testa”.

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Foto: La Presse

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