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America’s Cup, Luna Rossa e American Magic contrari al match NZ-Ineos. “Pagliacciata”, ma i Kiwi e Ainslie insistono…

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Team New Zealand e Ineos Uk stanno negoziando su data e località in cui disputare la prossima edizione della America’s Cup. Per il momento si sa che il Defender del trofeo sportivo più antico al mondo ha accettato la sfida lanciatagli dai britannici (diventati dunque Challenger of Record) e che insieme hanno stipulato alcune linee guida (utilizzo degli AC75, regolamento stringente sulla nazionalità degli equipaggi, una sola imbarcazione per squadra). Le coordinate spazio-temporali, però, sono ancora ignote. Sul tavolo ci sarebbero due opzioni: un match in regime di Deed of Gift, dunque uno scontro diretto tra i Kiwi e la corazzata finanziata da Jim Ratcliffe, all’Isola di Wight già il prossimo anno; un evento in formato “tradizionale”, dunque con il torneo degli sfidanti, previsto per il 2024 ad Auckland o in altra sede (i petrodollori del Medio Oriente fanno gola).

Sulla prima ipotesi si sono soffermati sostanzialmente tutti gli attori protagonisti durante l’inverno nella baia di Auckland, dove Peter Burling e compagni hanno alzato al cielo la Vecchia Brocca sconfiggendo Team Prada Pirelli per 7-3. Grant Dalton, CEO di Team New Zealand, ha candidamente ammesso che lo scenario di una sfida all’Isola di Wight, dove tutto iniziò nel 1851, è un’opzione concreta. Allo stesso modo Ben Ainslie, skipper e timoniere di Ineos Uk (travolta da Luna Rossa nella Finale di Prada Cup), si è soffermato su questa possibilità in un pezzo pubblicato con la sua firma sulle colonne del quotidiano The Telegraph: “Il luogo è la prossima grande decisione e spetta al Defender. Ci sono una serie di opzioni in discussione. So che ci sono voci secondo cui si potrebbe ospitare un match all’Isola di Wight il prossimo anno, a metà strada verso la prossima Coppa nel 2024. Tutto quello che posso dire è che saremmo felicissimi se la Nuova Zelanda portasse la Coppa in Gran Bretagna”.

Sembra che molto dipenda dalla disponibilità economica di Team New Zealand, in trattativa col governo locale per ricevere dei sostegni. La premier Jelinda Ardern vorrebbe mantenere l’evento ad Auckland, in un format tradizionale nel 2024, sperando anche in un importante rientro grazie al turismo, che quest’anno non c’è potuto essere per ragioni legate all’emergenza sanitaria. L’ipotesi del match diretto a Cowes è invece caldamente osteggiata da Luna Rossa e American Magic, i due sodalizi che attendono di capire le decisioni di New Zealand e Ineos per poi agire di conseguenza (Patrizio Bertelli ha già detto che parteciperà alla prossima edizione).

La flotta italiana ha espresso velatamente il suo parere nell’ultima comunicato stampa, in cui ufficializzava la volontà di riprovarci: “Siamo felici di essere arrivati fin qui e ancora più entusiasti di ritornare più forti, nella speranza che la Coppa continui a rispettare lo spirito che l’ha sempre contraddistinta in tutti questi anni e l’ha reso il trofeo velico più ambito e affascinante“. “Rispettare lo spirito” significa andare avanti nel solco della tradizione e non stravolgere gli schemi con questo scontro diretto esclusivo. Lo skipper Max Sirena era stato più diretto in un’intervista concessa al Corriere della Sera: “Sarebbe una pagliacciata”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Christopher Culver, commodoro del New York Yacht Club (quest’anno rappresentato da American Magic e interessato a iscriversi nuovamente): “Un match Deef of Gift all’Isola di Wight sarebbe un grosso passo nella direzione passata. I due precedenti match Deed of Gift, nel 1988 e nel 2010, hanno rappresentato i punti più bassi della storia della America’s Cup. Il New York Yacht Club non supporterà una competizione aperta esclusivamente al Defender e al Challenger of Record“.

Quali decisioni verranno prese? Lo sapremo entro il 19 settembre 2021, il futuro della competizione sportiva più antica al mondo è a un bivio. I soldi di Ratcliffe faranno la differenza?

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Foto: Lapresse

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