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Tennis: Jannik Sinner, l’Australia che verrà con Rotterdam sullo sfondo

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E’ ormai cosa nota che Jannik Sinner, ad Antalya, non lo vedremo. L’altoatesino è uno dei sei giocatori che facevano parte dell’entry list originale dell’ATP 250 turco ad aver deciso di saltarlo, cambiando in corsa i piani di avvicinamento alla stagione australiana.

La scelta presa di concerto con Riccardo Piatti sposta definitivamente il tiro su Melbourne, che diventa a questo punto terreno di caccia per il numero 36 del mondo. Non va dimenticata infatti una coppia di particolari: lo scorso anno l’inizio di stagione, complici anche un paio di sorteggi per l’epoca sfortunati, non aveva sorriso a Sinner (una partita vinta su quattro), e proprio per questo motivo in termini di punti ha praticamente solo da guadagnare.

A Melbourne 1, infatti, il numero 4 d’Italia, complice anche il ranking semibloccato, può procedere nel guadagno di punti perché il torneo sostituisce Adelaide, mentre Sinner aveva giocato ad Auckland nella passata stagione, prima di andare a disputare i primi Australian Open in carriera, dove è giunto al secondo turno perdendo dal coriaceo ungherese Marton Fucsovics.

Melbourne 1 potrebbe riproporre più di un confronto, sia nel breve periodo (il derby con Salvatore Caruso, che a Cincinnati/New York costò dal principio la qualificazione all’allievo di Piatti, o il tanto soffrire col serbo Laslo Djere) che nel lungo (con David Goffin, e il belga non ha esattamente buoni ricordi dell’italiano). Certo è che la partenza diesel dell’inizio di 2020 e del dopo lockdown vuole essere, se non del tutto cancellata, quantomeno rallentata nelle dimensioni.

Dopo Melbourne, c’è già un appuntamento confermato: è Rotterdam, teatro dello storico ATP 500 che l’anno scorso vide Sinner vincere su Goffin in una delle prime partite da giocatore di livello superiore. Con lui ci saranno certamente anche il russo Daniil Medvedev e il giapponese Kei Nishikori, in attesa di possibili notizie dalla Svizzera: Roger Federer scalpita, e l’idea di tornare all’Ahoy Arena non è del tutto campata per aria.

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Foto: LaPresse / Olycom

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