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Formula 1

F1, Sebastian Vettel: “Me ne vado come terzo ferrarista con più vittorie, ma il nostro obiettivo era più ambizioso e non l’abbiamo centrato”

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Si è aperto con la consueta conferenza stampa piloti del giovedì il lungo weekend del Gran Premio di Abu Dhabi 2020, ultima tappa stagionale del Mondiale di Formula Uno. In casa Ferrari i riflettori erano tutti puntati su Sebastian Vettel, all’ultima apparizione con la scuderia di Maranello prima di cominciare una nuova avventura in Racing Point a partire dalla prossima annata. Il tedesco si appresta a chiudere il suo percorso con la Rossa senza aver raggiunto il tanto agognato titolo iridato, dopo 6 stagioni in cui ha raccolto 14 vittorie portando a casa due secondi posti (2017 e 2018) come miglior risultato nella classifica generale del campionato.

Seb, stimolato in conferenza a proposito della pressione che ha sentito nel suo percorso in Ferrari, ha dichiarato: “Non ho mai pensato in quei termini, sono sempre stato il primo io a rendermi conto del significato di essere lì. Quando per esempio ho messo la macchina nella ghiaia in Germania ero amareggiato, non avevo bisogno di sapere quanto scontenti sarebbero stati i tifosi. Non ho mai avuto bisogno della pressione messa dall’esterno. Hockenheim episodio decisivo nel 2018? No, penso piuttosto che quell’anno sia stato una montagna russa di eventi e di emozioni. Certo, quell’episodio non ha aiutato, ma ci sono stato tante altre cose che sono successe. Per esempio la morte di Sergio Marchionne, e poi il cambio che si preparava tra Arrivabene e Binotto. Ci sono molte cose che potevano andare meglio, ma tutte le cose succedono per una ragione“.

Il nativo di Heppenheim ha poi fatto un bilancio complessivo della sua avventura a Maranello: “La prima vittoria in Malesia nel 2015 è stata speciale. Ma anche la vittoria a Monaco nel 2017, o quella in Canada nel 2018. Ci sono diverse vittorie tra cui scegliere. Non abbastanza, ma i momenti emozionanti sono stati molti. E nel frattempo in squadra molte cose sono cambiate, sono cambiate le persone al comando. L’atmosfera nel garage però è rimasta sempre la stessa, non ci sono state vere rotture. Me ne vado come terzo ferrarista con più vittorie di GP, ma il nostro obiettivo non era quello, era più ambizioso. E non l’abbiamo centrato. Per me il capitolo finisce qui, ne comincia uno nuovo con un’altra squadra”.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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