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Tennis, Nicola Pietrangeli difende Jannik Sinner: “Residenza a Montecarlo? Non ha violato la legge. L’Italia è un Paese di invidiosi”

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Trovo amaro che, nel momento in cui ci sono compatrioti che muoiono nel bagno di un ospedale, altri italiani si chiamino fuori dalla comunità, dicendoci in sostanza: arrangiatevi, io sto nel Principato di Monaco (non prendiamoci in giro: il fatto che siano già lì non è una giustificazione, anzi). Certo, Sinner è un ragazzo di diciannove anni, giustamente concentrato sullo sport. È evidente che dietro c’è una macchina, c’è un sistema che mette i campioni al riparo dal Fisco. Ma è un sistema che non ha capito cosa sia un campione. Un campione non è solo uno che vince e fa soldi, spesso succhiati da altri; è una persona che racconta una storia. Può essere la storia del figlio di una favela brasiliana o di una villa miseria argentina che diventa campione del mondo di calcio, o di un bravo ragazzo borghese cui a 19 anni viene detto che non potrà più giocare a tennis e poi vince venti titoli Slam; ma non è e non può essere la storia di uno scaltro elusore fiscale, oltretutto nel pieno della peggiore emergenza sanitaria degli ultimi cent’anni“.

Con queste parole il noto giornalista Aldo Cazzullo, sulla versione online del Corriere della Sera, ha risposto così in merito alla decisione da parte di Jannik Sinner di risiedere a Montecarlo. Parole di critiche quelle di Cazzullo che, al termine del suo intervento afferma anche che: “Non tiferò più per Sinner, e continuerò a tifare Nadal, che è uno dei primi contribuenti del Regno di Spagna; e lascerà nella storia dello sport un’impronta incomparabilmente più profonda di Sinner, Musetti e Berrettini messi assieme“. Un’argomentazione molto spinosa volta a far riflettere sul concetto di “fedeltà fiscale” che viene a mancare in questo caso.

Un tema che ha portato a un dibattito social di non poco conto tra chi sostiene le idee citate e chi non è così d’accordo. Tra gli oppositori c’è chi la storia l’ha fatta per il tennis italiano, ovvero Nicola Pietrangeli. Nelle ultime esternazioni pubbliche riportate da diversi organi di stampa, Pietrangeli ha risposto in maniera piuttosto incisiva: “Jannik Sinner ha violato qualche legge prendendo la residenza a Montecarlo? Non mi risulta. Se io voglio vivere a Canicattì o in Finlandia sono affari miei, purché rispetti le regole. E poi se le tasse italiane fossero eque in rapporto ai servizi che i cittadini ricevono in cambio nessuno sentirebbe il bisogno di andare all’estero. La verità e che l’Italia è una nazione di invidiosi. Io ho la residenza a Montecarlo da decenni e posso assicurare che qui le tasse si pagano e sono pure alte. Poi, però, nessuno viene a farti i conti in tasca se hai la macchina di lusso o la barca. Non come in Italia, dove se hai lo yacht sei guardato con sospetto e i porti turistici sono stati costretti a chiudere perché chi poteva se n’è andato in Croazia. I tennisti passano almeno 10-11 mesi l’anno lontani da paese natio e quindi certo non possono essere accusati di prendere una residenza fittizia per motivi fiscali“.

A chiosa del suo intervento, il grande campione del tennis italiano ha ulteriormente precisato la sua posizione: “Da un punto di vista dell’immagine capisco che non sia bello, ma Sinner di certo non ha infranto la legge. Piuttosto lo Stato si impegni per far emergere il sommerso di chi le tasse le evade davvero, dei supermiliardari che dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza, tanto più di questi tempi. Non sarà certo Sinner a causare un buco nelle casse del fisco”.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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